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Fontana del Mosè - Mostra dell'Acqua Felice

Piazza S. Bernardo - Roma

 

AQ33

Mostra dell'acqua Felice o Fontana del Mosè

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15 giugno ne avviene l'inaugurazione
Presso la via Pia, punto di arrivo dell'acquedotto in città, Domenico e Giovanni Fontana costruiscono, presso le rovine delle Terme di Diocleziano, una grandiosa fontana in travertino, a tre archi con colonne ioniche, inizialmente vuoti, due di marmo cipollino e due di breccia grigia, sostenenti un' architrave con l' iscrizione:
SIXTUS V PONT. MAX. PICENUS / AQUAM EX AGRO COLUMNAE / VIA PRAENEST SINISTRORSUM / MULTAR COLLECTIONE VENARUM / DUCTU SINUOSO A RECEPTACULO / MIL XX A CAPITE XXI A DDU XIT / FELICEMQ DE NOMINE ANTEPONT DIXIT
“Papa Sisto V piceno, dall'agro Colonna sulla sinistra della via Prenestina, raccolse l'acqua da molte sorgenti dal ventesimo al ventunesimo miglio, per un condotto sinuoso e lo chiamò Felice dal nome avuto prima di divenire pontefice”.
Subito sotto un'altra iscrizione precisa che:
COEPIT PONT. AN. I ABSOLVIT III MDLXXXVII
“(L'opera) iniziò nel I e terminò nel III anno del Pontificato 1587”.
Sovrasta la scritta lo stemma pontificio sorretto da due angeli, ai lati dei quali sorgono due piccoli obelischi.(aggiunti due anni dopo l'inaugurazione). Una croce di rame dorato completa l'impianto, simbolo comune a tutte le opere importanti di Sisto V.
Nella nicchia centrale,creata dalle colonne vi è la possente figura di Mosé che indica le acque miracolosamente scaturite dalla roccia opera di Leonardo Sormani con la collaborazione di Prospero Antichi, detto il Bresciano. Una volta posta in sito, la statua si rivela tozza e sproporzionata e appellata dal popolo romano con il nome di "Mosè ridicolo", tanto che una falsa leggenda riferiva del suicidio dell'Antichi per la vergogna di un'opera così mal riuscita. Si nota anche l'anacronismo della presenza delle Tavole della Legge, che Mosè non aveva ancora ricevuto all'epoca del miracolo delle acque. Questo Mosè è oggetto di pasquinate (vedi Motti di Pasquino)
Il rilievo della nicchia di sinistra raffigura Aronne che guida il popolo ebreo all'acqua scaturita dal deserto, opera di Giovan Battista della Porta; nella nicchia di destra vi è il rilievo di Giosuè che fa attraversare agli ebrei il Giordano asciutto,(altresì ho trovato l'interpretazione delle figurazioni della nicchia come quella di Gedeone che sceglie i soldati osservando il loro modo di bere) opera di Flaminio Vacca e Pietro Paolo Olivieri, autori anche del fregio con lo stemma di Sisto V fra due angeli.
Alla base delle nicchie l'acqua sgorga da una finta scogliera di marmo cipollino nelle vasche ornate in origine da quattro leoni antichi due di porfido e due di marmo chiaro che versano acqua dalla bocca in tre vasche rettangolari adiacenti. Questi leoni provengono dal Pantheon e dal Laterano e vengono sostituiti nel 1850 con altri in marmo bardiglio , realizzati da Adamo Tadolini (1788-1868). La fontana è cinta alla base da una balaustra in travertino, realizzata al tempo di Pio IV per il cortile del Vaticano e qui riutilizzata.

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