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POLITICA ESTERA DELLA CHIESA DURANTE IL PONTIFICATO DI SISTO V (1585 - 1590)
Spetta a Sisto il merito d’aver disciplinato e resa stabile la funzione dei nunzi papali presso le corti cattoliche. Nelle carte del segretario di Sisto V, Graziani, si scoprì la minuta di una vera e propria “Carta del Nunzio”, verosimilmente dettata da Sisto, contenente le istruzioni cui il nunzio deve attenersi nelle sue funzioni: Deve studiare bene la storia del paese dove si recherà, leggere i documenti e i libri che potranno istruirlo in proposito, compresa la corrispondenza dei suoi predecessori, circondarsi di gente del luogo che goda buona reputazione e abbia retto giudizio. Usi con tutti bontà e modestia, sia di esempio di vita specchiata, adempia scrupolosamente le funzioni religiose, partecipi alle sacre cerimonie di cui ha notizia o di cui sia pregato. Nei rapporti col mondo sia accorto, mostrando dignità non disgiunta da premura e unisca, secondo i casi, severità e dolcezza. In cima a tutti i suoi pensieri debbono stare gli interessi della Chiesa, e perciò egli è tenuto a fornire spesso precise e veritiere informazioni a Roma. Si astenga dal sollecitare onori ed a procurarsi arricchimenti. Insomma, come rappresentante del papa, non dimentichi d’esser egli stesso campione di virtù cristiana e di spogliarsi di tutte le passioni non confacenti all’alto grado che riveste.