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PAOLO EMILIO GIOVANNINI

Doc. n. 67 - Paolo Emilio Vescovo da Montalto, il 29 luglio 1590 al Card. Montalto. ASV, Vescovi, Vol 11, f. 398r

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La sterilità estrema dell'anno presente, la fame inminente al Popolo, et la difficoltà di provederli ha mosso il consiglio publico di questa Città et del [...] scrivere a Vostra Signoria Illustrissima per ottenere con intercessione sua appresso Nostro Signore rimedio a tanta penuria. [...] Segue testo illeggibile

Paolo Emilio Vescovo di Montalto

Doc. n. 66 - Paolo Emilio Vescovo di Montalto da Montalto, il 17 aprile 1590 al Papa. ASV, Vescovi, Voi. 11, f. 307r-v

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Andai heri alle grotte, per l'avviso, che mi diede Monsignor Governatore di questa città, che mastro Bartholomeo Architecto voleva cominciare a fondare la Chiesa. Piantai la croce nel luoco dell'altare maggiore; et questa mattina con la gratia di Dio ho messa la prima pietra nel fondamento della detta Chiesa col titolo di Santa Lucia, essendo venuti a servire in questa attione l'Arciprete con sei Canonici et altri Chierici et musici della Ripa Tranzone tal che è passata con molta solennità, et dignità. Il detto fundamento era lungo circa 25 palmi, nel sito della cappella destra, molto profondo e sostenuto in molte parti da puntelli. Dicendo il detto mastro Bartholomeo esser necessitato a parte cavarli, et murarvi, per fuggire il pericolo di qualche ruina, et per l'acqua che per tutto sorge.

Hebbi nel muovermi di casa questa mattina, una del predetto Monsignor Governatore per la quale avvisava, che il Signor Pomponio haveva detto al suo luogotenente, che la Santità Vostra faceva preparare alcune medaglie per farle porre nelle mura della detta Chiesa, et che le sarebbe parso bene il soprasedere il mettere la detta prima pietra. Ma considerando io quello, che mastro Bartholomeo mi dissi, che col tardare si butta la spesa fatta, nel cavare il detto fondamento, il quale si sarebbe empito d'acqua, et non si sarebbe sostenuto, con pericolo della ruina delle case congiunte, et di più considerando, che oltre questa piccola parte resta gran quantità di fondamenti da fare, etiam delle parti più principali, nelle quali, et nelle mura, si sogliono, et possono mettere le medaglie, et che per una cosa da venire non era da ritardare l'opera tanto sollecitata da Vostra Santità, convenendo, secondo la rubrica, dopo il piantare della croce, il giorno seguente porre la prima pietra, et che a tal fine s'era condotto la il sopradetto Clero Ripano, et fatto l'apparato requisito, giudicai esser più conforme al servitio di Vostra Beatitudine et alla decentia dell'attione, il proseguirla, come ho fatto, mettendo alcune medaglie fatte qui, che il differirla et se in ciò ho commesso errore, supplico Vostra Beatitudine che mi perdoni per la diligentia estraordinaria la quale mi ha comandata et per il desiderio che tengo del progresso et della perfettione di tutte queste fabbriche.

La Chiesa Cattedrale è tutta fuor dai fondamenti, dove X, dove 20, et dove 30 palmi, talché si vede tutto il corpo suo et la sua forma, che riesce grande e bella et hora facilmente andrà in alto, essendoci apparato buono di calcina et di mattoni. Non manco di sollecitarla, benché li maestri sono in tal numero e tanto solleciti che non è stato poco provederli di tanta materia quanta ne consumavano et metevano in opera. Prego il Signore che doni alla Santità Vostra lunga vita et il complemento dei suoi santissimi desideri. Et li bacio humilmente i Santi Piedi.

Paolo Emilio Vescovo di Montalto

Doc. n. 65 - Il Vescovo di Montalto, il 10 marzo 1590 al Card. Montalto. ASV, Vescovi, Vol. 11, f. 253 r-v

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Non solamente per li gravi ragioni espressi da Vostra Signoria Illustrissima nella sua di XXV del passato, io devo porre, et porrò con Monsignore Governatore insieme qualunque eccessiva diligentia, per la perfettione di questa fabrica di Nostro Signore ma in ciò mi deve premere gravissimamente l'obligo infinito, che tengo con sua Santità dalla quale, essendo minimo suo servo, son stato honorato della dignità di questa chiesa con per gratia singular, sopra o senza mio merito. Non mancherò dunque d'insisterci con ogni assiduità et sollecitudine et bacio humilmente li mani di Vostra Signoria Illustrissima che si sia dignata ridordarmelo. La fabrica ha provisione copiosa, e pronta de mattoni, de calcine, de legname, di maestri, et de manuali per il lavoro; la condotta delle dette cose ha havuto per rispetto del tempo qualche difficoltà, superata dal incredibil diligentia del predetto Monsignor Governatore il quale provedeva ancora a questa parte di modo più pronto, e più proprio, e la fabrica caminarà con maggior prestezza al fine; quello che io conoscerò lo ricorderò. Il medesimo Monsignore Governatore mi ha parlato sopra il mettere la prima pietra nel fondamento della chiesa delle grotte, loco della diocesi ripana; al che risposi, che il Vescovo della Ripa nel partir che fece di qua per Spagna, mi raccommando con somma instantia il clero et la città, et diocesi sua, alli quali ordinò, che nelli bisogni della chiesa, et nelle occorrente loro, ricorressero da me, come hanno fatto. Onde se bene non conviene far attioni pontificali nella diocesi altrui senza premissione del ordinario non dimeno credo, che la detta raccommandatione comprenda questo bisogno, et quest'atto, et che sia debito, stante la detta absentia; et tanto più essendo fabrica di sua Santità che ricerca, et obliga il servitio di tutti. Et nondimeno se c'interverrà il particolar commandamento di sua Beatitudine l'actione sarà augumentata di questo particolar favore. Io non mancherò di farla, quando Monsignore Governatore me lo dirrà, con ogni possibile solennità. Con che bacio humilmente le mani di Vostra Signoria Illustrissima continuando nel pregare il Signore Iddio per sua prosperità e salute.

Il Vescovo di Montalto

Doc. n. 64 - Paolo Emilio Vescovo di Montalto, il13 febbraio 1590 al Card. Montalto. ASV, Vescovi, Vol. 11, f. 214r-v

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Nel ritorno mio in questa città, ho trovato, che alle fabriche tutte s'attende con grandissima sollecitudine da Monsignore Governatore provedendo copiosamente le cose necessarie, et da mastro Pietro, nel tirare ad alto la Chiesa, la quale dalla parte bassa, è alzata sopra il cordone, che è nel'uscire de i fondamenti 26 palmi, et fra pochi giorni arrivarà al secondo cordone lontano dal primo 36 palmi, dove finirà la scarpa et si tirarà il muro dritto delle bande sono alzati li muri fin al piano della Chiesa, che sarà di sotto nel quale fu piantata la croce, et condotti che saranno, tutti li muri al detto piano con qualche altezza di più; mastro Pietro si voltarà a tirar inanzi la parte di sopra della chiesa, che è verso la piazza, che haverà quattro cappelle per banda, et attende complirla, e coprirla a tempo, che facendonese un riparo di tavoli, vi si possa l'anno seguente, cominciare ad offitiare, finché si alzarà, et complirà l'altra parte bassa sopradetta, la quale fra tanto farà buona presa, et si consolidarà, e stabilirà di sorte, che sicuramente sostenere la grande altezza delle mura, che se tiraranno sopra. Alla stabilità del medesimo fondamento, dicono alcuni, che servirà non poco, il fare un bastione, tre o quattro canne distante, tirandolo da basso, al paro del detto primo cordone, il quale darà forza, et fermezza al terreno, et provvederà, che le pioggie, col portar via il terreno non scoprano a poco a poco il detto fondamento, fatto in luoco ripido, et che col profondarlo assai, non si trovò vantaggio di maggiore solidità. Il fare due porte, una per banda in quella Chiesa di sotto, servirà assai alla sanità del aere et per l'uso delle sepulture che vi si potranno fare ma ricercarà maggiore diligentia nel serrarle et nel custodirle, massimamente nei tempi sospetti, essendo vicine alli mura della città. Ma facendosi la lumaca di dodici palmi di diametro, forse bastarà per ogni uso et all'aria si può supplire, col' ampiezza delle finestre, assicurate con sferrate. Benché io non m'intendo Padre Santo di queste cose, et ho persino forse più [...] di quel che bisogna. Al palazzo si lavora nella parte da basso, non essendo per anco sicuro fare le [...] volte delle botteghe, ancora che li muri stano alzati, per l'esempio di quelli [...] che nascono [...] al purgo. La Santità Vostra può sperare con questa diligentia de le fabriche che condurranno presto alla perfettione, per la quale non manchi con questo che [...] il Signore Iddio et con questo fine bacio humilmente i suoi santi piedi.

Paolo Emilio Vescovo Di Montalto

Doc. n. 58 - Paolo Emilio Vescovo di Montalto da Montalto, il 22 agosto 1589 al Card. Montalto. ASV, Vescovi, Vol 11, f. 123r-v

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Nell'eseguire la commissione la quale mi fu data da Nostro Signore sopra la fabrica del Monasterio da farsi in Santa Vittoria per il legato di Madonna Battista [...] trovai tale difficoltà per havere il sito, resistendo et reclamando ancora con memoriali dati a Nostro Signore li padroni delle case di qualunque loco era, opportuno, che più volte difidai di condurla a fine. Et se non fosse stata la perseverantia co la patientia mia, et li esortationi et i preghi interposti con la communità et con li privati, et la diligentia et l'influentia di alcuni buoni cittadini, non si sarebbe potuto mai trovare il detto sito. Queste difficolta appena superate da me, sarebbero state insuperabili all'heredi della detta madonna battista, la quale per evitare il pericolo della devolutione dell'heredità statuita non facendose il detto monasterio nella spazio di cinque anni mi offerse da principio et ancora di poi cominciata la fabrica la casa sua; la quale non essendo idonea per uso di Monasterio per le ragioni considerate dal capitano Pompeo Floriano, il parere del quale ho in scriptura, et essendo tale inhabilità notoria, fu da me la offerta reietta. Onde poi che c'è piaciuto al Signore fare che io habbia trovato il sito, fatto pagare all'heredi interamente il denaro legato, et che la fabrica è incaminata et condotte fuori di fondamenti a qualche altezza, ho voluto con questa supplica Vostra Signoria Illustrissima che si degni darne conto a Nostro Signore intercedento di più appresso Sua Santità acciò conceda proro-gationi del sopraddetto termine prefìsso dalla testatrice di tre anni di più per la perfettione del detto Monasterio il quale se havesse luoco la detta devolutione dell'heredità restarebbe imperfetta et si perderebbero li spese fatte et le mie fatiche, poiché dunque quest'opera pia non poteva sortire effetto senza l'ordine apostolico di Sua Beatitudine et de già è incaminata et va felicemente al fine, et la detta herede è scusata dall'imposibilità di trovare con la diligentia sua propria il sito, et dall'havere pagato intactamente il denaro che doveva et dalla detta offerta della sua casa, lascia in subsidio della testatrice, non mi pare indegna della gratia che dimanda della detta dilatione, havendo assai luoco l'intentione della testatrice facendosi il monasterio in quel campo che è possibile farlo. [...]

Paolo Emilio Vescovo di Montalto

Doc. n. 57 - Paolo Emilio Vescovo di Montalto, il 4 luglio 1589 al Card. Montalto. ASV, Vescovi, Vol 11, f. 89r

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Nell'aprire et spianare il sito della piazza della nova città è stato necessario battere a terra una cappella antiqua di molta devotione detta S. Maria della Misericordia. L'immagine della quale col muro reciso dalle altre parti è stata con diligentia trasportata nella nuova Cattedrale et locata nella prima cappella appresso l'ingresso, alzata et coperta per hora con un tetto, come stava prima, et fabricatovi ancora un altare, nel quale avanti hieri, giorno della Visitazione della Madonna, col nome di Dio et per Sua Divina gratia celebrai la prima messa con frequentia et consolatione grande di questo popolo, et appresso vi celebrò Monsignore di Capaccio, et di poi dal Capitolo vi fu cantata la messa solenne e vi si celebra spesso con l'elemosina delle pie et devote persone et perche a Nostro Signore è nota la devotione della detta Cappella et il concorso che aveva delle persone di questa città al farvi oratione, et perché con questa attione s'è dato principio al culto divino dentro la nuova chiesa Cattedrale ho voluto darne notizia a Vostra Signoria Illustrissima baciando humilissimamente i Santi piedi di Sua Santità. Monsignore Patriarcha partente di qui hiermattina [...] dispositioni per San Lupidio donde credo seguitarà il viaggio per Roma, il quale le conceda il Signore fare col prosperità. Col qual fine, pregando Sua Divina Maestà per la lunga vita di N. [...] et per la continua felicità di Vostra Signoria Illustrissima le bacio humilmente le mani.

Paolo Emilio Vescovo di Montalto

Doc. n. 39 - Paolo Emilio Vescovo di Montalto, il 29 aprile 1589, al Papa. ASV, SS. Francia, 25, f. 296r

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Li paramenti portati da Monsignore Beatissimo Patriarcha di Gerusalemme, da Nostro Signore donati a questa chiesa, per la qualità loro, et per il bisogno che se ne aveva sono stati ricevuti con singolare allegrezza dal clero della Citta et mia, et tutti insieme ne baciamo humilissimamente i piedi di Sua Santità. Havendo ferma speranza di potere fra breve tempo adoprarli in una chiesa proportionata ad essi, degna dell'erettione di Sua Santità et conforme all'altre eccelse et magnifiche fabriche sue, al che con molta diligenza comincia ad impiegarsi il predetto Monsignore Patriarcha. Supplico Vostra Signoria Illustrissima che si degni per noi renderne grazie a Nostro Signore non restando tutti di qua di pregare Dio per la lunga vita di Sua Santità et per la prosperità delle sue pie et sancte imprese. Col qual fine bacio humilmente le mani di Vostra Signoria Illustrissima raccomandando a Signore Dio nostro la conservazione della sua vita et il suo felice stato.

Paolo Emilio Vescovo di Montalto

Doc. n. 35 - Paolo Emilio Giovannini da Montalto, il 26 d'Aprile 1589, al Cardinal Montalto a Roma. ASV, SS. Francia, 25, f 284r-v

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Lista di robbe per la Chiesa Cathedrale portate da Roma da Monsignor Patriarca di Gerusalemme d'ordine di Nostro Signore :

Un paio di guanti bianchi lavorati d'oro pontificali
Un paio di guanti pontificali rossi lavorati simili
Un Ceremoniale con coperta dorata
Un Pontificale con coperta dorata rossa
Una Pace d'argento indorata con manico con un Christo risuscitato
Una scatola di damasco o ormesino rosso lavorata d'oro con perle
Un camisio di tela ortechina lavorato
Un cingolo di seta bianca con fili d'oro
Un cossino di damasco pavonazzo, figurato, con fiocchi, et trine d'oro
Una bacciletta con due vasetti d'argento per la messa
Un pallio di damasco bianco con l'arme di Nostro Signore con francie d'oro et seta
Un pallio di damasco pavonazzo con l'arme di Nostro Signore con francie d'oro et seta
Un piviale di tabi pavonazzo con l'arme di Nostro Signore con capuccio trinato d'oro
Due tonicelle d'ormesino pavonazzo con l'arme di Nostro Signore et trine d'oro
Un piviale di tabi bianco ad onde con fondo d'oro, et trine d'oro, et di seta con il cappuccio, et arme di Nostro Signore
Due tonicelle d'ormesino rosso, con trine d'oro, et francie d'oro, et di seta, con arme di Nostro Signore
Una coperta da Messale d'ormesino rosso con francie d'oro, et seta
Una coperta d'ormesino pavonazzo con francie di seta bianca et pavonazza
Una pianeta verde di damasco con fregio di broccatello rosso, et bianco con stola et manipolo, trinato di trina ranzata et verde con francie, et arme di Nostro Signore
Un cossino di damasco bianco con fiocchi et trine d'oro

Io Paolo Emilio Giovannini Vescovo di Montalto ho ricevuto il di 26 d'Aprile 1589 dal Monsignor Beatissimo Patriarcha di Gerusalemme le soprascritte robbe donate da Nostro Signore alla mia chiesa Cathedrale.

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