Alberto Silvestro, Relazione al Convegno di Montalto M. del 12.08.1998
Indice articoli
Risulta chiaro che il grande pontefice attribuisce a Montalto soltanto la nascita di suo padre, non la propria. Invece, se ci si diletta a sfogliare opuscoli, libri, pubblicazioni di carattere turistico, etc., originati da studiosi locali o gravitanti intorno a questo paese, si rileva che sistematicamente vi si parla di Montalto come patria o culla di Felice Peretti. Solo saltuariamente si accenna al fatto che sia nato a Grottammare, ma sottolineando che ciò è avvenuto per caso.
A titolo informativo, riporto anche il testo della lapide posta nella Collegiata di S. Lucia a Grottammare, sul lato destro rispetto all'ingresso:
Da Piergentile di Montalto
stabilitosi da più anni per lavoro a
Grottammare
ove sposò Marianna di Camerino
prospero in questo luogo
nacque Felice Peretti il 13 dicembre MDXXI
Vi trascorse la novennale fanciullezza
ingrandì altrove il suo carattere negli studi
per diffondere sul mondo
la luce del genio di Sisto V.
La sorella Camilla pur qui nata
dedicò la povera casa
a luogo di adorazione
in ringraziamento a Santa Lucia.
Grottammare
nel IV centenario della nascita
con orgoglio al più grande cittadino
Ritengo utile dare ora alla luce i documenti relativi a tale vicenda, ai quali ho aggiunto alcune considerazioni sui cicli pittorici ad esaltazione delle opere di Sisto V.
Su alcuni manoscritti riguardanti Sisto V
Ringrazio il professor Tassotti per avermi invitato a questo convegno, cui partecipo con un contributo non specialistico.
Nel corso della chiacchierata tratterò alcuni argomenti che, in passato, hanno dato luogo a interpretazioni controverse ed a divergenze di vedute tali da impedire a volte un sereno confronto d'opinioni.
In questa sede, però, verranno in prevalenza riferite notizie attinte direttamente o indirettamente, a proposito di manoscritti d'interesse sistino conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana, nella Biblioteca Angelica od altrove, senza soffermarci troppo sulla loro diffusione e sulla loro autenticità e attendibilità, a meno che non si tratti di questioni di clamorosa evidenza.
Notizie desunte da altri autori
Innanzitutto ricordiamo che G. Cugnoni molti anni fa ha dato alle stampe un manoscritto sistino autografo, noto come chigiano 1.III.72, con notizie su la sua vita, la sua attività di predicatore e la sua biblioteca.(1)
Domenico Chiari, in un pregevole volumetto, ci riferisce che "dai contemporanei di Sisto V furono composti non meno di otto lavori manoscritti, che si occupano della sua vita. Particolare rilievo ... hanno la Vita Sixti V ipsius manu emendata, composta da A. M. Graziani, intorno al 1587, in più punti corretta dallo stesso papa; Sixtus V pontifex Maximus, di autore anonimo, composta dopo la morte del papa. Ambedue i mss. si conservano in ASV, Cod. Vat. Lat., 12141, 2^ parte. Informazioni sicure sul passato di Sisto V si trovano registrate, in forma di diario autografo, conservato nella Biblioteca Chigi di Roma e pubblicato da GUGNONI 1882. Di straordinaria importanza sono le Ephemerides Sixti Quinti Pontificis Optimi Maximi Guido Gualterio Auctore. Guido Gualtieri fu chiamato da Sisto V dalla nativa Sanginesio delle Marche a Roma; fu segretario alle Lettere Latine fino alla morte del papa. Le Ephemerides di Gualtieri si presentano come una successione di annotazioni quasi quotidiane di tutto ciò che avveniva intorno alla persona del papa o che dal papa medesimo veniva promosso. Fra i vari codici di tale raccolta, il più completo, a mio avviso, è il mss. cartaceo del Fondo Gesuitici 164 della Biblioteca Nazionale di Roma".(2)
Una buona quantità d'informazioni si può attingere da un testo di I. Gatti - accuratissimo spulciatore di archivi e biblioteche - al quale, tra gli autori che si sono occupati di Sisto V in tempi recenti, spetta un posto di particolare importanza in quanto ha fornito la dimostrazione limpida dell'infondatezza delle rivendicazioni di studiosi croati in merito al luogo di origine della famiglia Peretti. (3)
Egli fa professione d'indipendenza: «non essendo chi scrive né dalmata, né marchigiano, né toscano, cioè di nessuna di quelle principali regioni che si attribuiscono l'onore della concittadinanza originaria con i Peretti, il suo discorso potrà essere rivolto, senza pregiudizi campanilistici, a chiunque voglia prendere sul serio la ricerca della verità, qualunque essa sia, sull'origine etnica del papa. Nessun preconcetto in partenza ... »(4) Non si comprende, dopo simile affermazione di principi, perché la nascita di Felice Peretti alle Grotte venga sistematicamente considerata fortuita, a similitudine di quanto sostenuto da altri autori.(5) Peretto è vissuto una quindicina di anni a Grottammare, di cui circa dieci con il figlio.(6) Se volessimo limitarci ad una visione parziale del problema, che ha scarso significato come vedremo più avanti, il fanciullo ha sicuramente trascorso più anni nel paese natale che non in Montalto. Attribuire tutto questo al caso, e solo al caso, è una pecca che certo non intacca l'organicità e la consistenza dell'opera di Gatti ma che ci sorprende. Come pure ci sorprende la scarsa rilevanza, nel paragrafo dedicato al culto di S. Lucia, alla ricorrenza della festa della santa nel giorno della nascita di Sisto, tanto che la chiesa da lui voluta nel luogo natale ha ricevuto il nome della giovane martire siracusana.
Ma non è questo il punto in discussione. Il dotto ecclesiastico prende in esame un buon quantitativo di testi, tra i quali ricordiamo solo i seguenti:
- la vita di Sisto V scritta da A. M. Graziani, codici Vat. Lat. 12141 e Ferrajoli 770 e 820;
- i codici Vat. Lat. 5438, 563, 739, 8882 e 12142;
- la vita di Sisto V scritta da Leti.
Nel presente lavoro ci si occupa di codici diversi da quelli esaminati da Gatti mentre è comune l'attenzione all'opera di Leti.
Notizie desunte da ricerche dirette
In considerazione della notevole quantità di materiale esistente negli archivi romani, l'indagine è stata limitata esclusivamente ad una piccola parte dei fondi della Biblioteca Apostolica Vaticana (BAV), della Biblioteca Angelica (BAN) e dell'Archivio Capitolino (AC).
Inoltre, il tempo e lo spazio concessi non permettono assolutamente di condurre una "esplorazione" approfondita dei manoscritti rintracciati ed elencati più avanti. Ci limitiamo perciò a porre a confronto diretto:
- alcune testimonianze che dimostrano quali differenze di opinioni abbiano suscitato la figura e l'opera di Sisto V, come risulta dai manoscritti chigiani F.1V.81 e N.II.43, Barberini Latino 2585 e Vaticano Latino 5333 (quest'ultimo di lettura veramente ostica);
- vari brani tratti da due gruppi di codici vaticani che forniscono rispettivamente lezioni apparentemente diverse ma sostanzialmente conformi (4971. 13066, 13067, 14371) (2585, 2645).
I testi in questione vengono trascritti in appendice.
Differenti valutazioni della figura di Sisto V
Se prendiamo in esame gli stralci più avanti riportati, da una parte abbiamo un relatore rispettoso dell'ufficialità, che mette in risalto gli aspetti innovativi e ordinativi dell'azione di governo esplicata da Sisto V.
Dall'altra, un cronista che si presta - e, spiace dirlo, con apparente compiacimento - a riferire quanto di irriguardoso e infamante circolava a proposito di un personaggio che, d'umile origine, era salito sulla cattedra di Pietro ed aveva suscitato invidie a non finire. Evidentemente gli oppositori non volevano tener conto che proprio l'Apostolo costituisce un esempio lampante di come il soglio pontificio non debba essere riservato soltanto alla prole di illustre lignaggio.
Di particolare interesse il testo attribuito ad. Ascanio Colonna che, con tono velatamente ricattatorio, nell'imminenza del conclave preme sul Cardinal Montalto per ottenerne il voto in favore di Marcantonio Colonna ricordando quale spirito di vendetta contro la discendenza di Sisto V animi i principi cattolici, molti prelati e la città di Roma.
Di fronte a testimonianze così discordanti ci si pone la domanda sulla loro attendibilità e sull'importanza del conflitto d'interessi attorno alla persona del papa.
Che Sisto sia stato un grande pontefice, sotto l'aspetto spirituale e temporale, è fuori di ogni dubbio. Ciò non toglie che egli possa avere avuto delle debolezze umane. Ma nel bilancio finale, i programmi di rinnovamento dell'amministrazione dello stato, la difesa del cattolicesimo e del ruolo del Papato nel mondo, l'attenzione ai bisogni della popolazione e le grandi opere da lui iniziate e rapidamente portate a termine, anche se non tutte, pesano maggiormente di qualunque maligna diceria.
Ripetitività di alcuni codici
Dal confronto dei testi riportati in Appendice e tratti dai manoscritti 13066, 13067, 14371 e 4971 appare che, almeno per quanto riguarda le prime pagine, non ci sono sostanziali differenze nella descrizione delle vicende di Peretto transfuga dalla sua terra, della nascita di Felice e della sua giovinezza, a parte la denominazione di alcuni personaggi.
Però va notato che esiste una più che marcata identità della lezione di certi manoscritti vaticani con la biografia sistina di G. Leti di cui qui non trascriviamo alcun passo, trattandosi di testo largamente diffuso. Beninteso la nostra collazione è limitata alle sole prime pagine, cioè fino alla permanenza di Felice a Grottammare. Altro manoscritto ispirato alla narrazione letiana è conservato nell'archivio comunale di Todi.
Va rilevata la ricorrenza di alcuni errori grossolani, tramandati di secolo in secolo. Ad esempio, e ne citiamo solo due tra loro connessi ed interdipendenti:
- il castello delle Grotte viene posto nel territorio di Montalto e soggetto a questa città, mentre era uno dei numerosi feudi di Fermo;
- Montalto viene identificato con Farnese.
Probabilmente Leti, che può essere considerato l'autore primigenio e l'ispiratore degli anonimi "copisti", ha confuso Montalto di Castro con Montalto Marche, attribuendo a quest'ultima l'appartenenza al feudo dei Farnese che, per quanto mi risulta, non si è mai riscontrata. Da rammentare che, nei pressi di Montalto di Castro, esiste anche Grotte di Castro, altro elemento che ha favorito equivoci con il corrispondente paese piceno e la sua dipendenza da Montalto anziché da Fermo.
Inoltre non risulta ben chiaro se lo zio fra Salvatore sia zio paterno o materno di Felice.(7)
Ciò depone a sfavore dell'attendibilità del racconto - cosa ormai ben nota da secoli - e dovrebbe consigliare il lettore attento ad effettuare controlli frequenti e scrupolosi dei vari testi o a ricorrere ad un'edizione critica di questi manoscritti. Non ci siamo informati se un'impresa del genere sia stata affrontata e completata. Si tratterebbe senza dubbio di un'opera meritoria, tenuto conto della moltitudine di versioni che esistono e dell'impegno richiesto dalla collazione. D'altra parte una verifica del genere è parzialmente conducibile con riferimento alle critiche espresse nei confronti del libro di Leti.
Raccolta di testi curata da un personaggio vicino a Sisto V
Angelo Rocca, frate agostiniano e poi vescovo, ha ricevuto da Sisto V alcuni importanti incarichi in campo archivistico-bibliotecario ed ha anche composto alcune poesie in onore del pontefice.
A Roma, nella Biblioteca Angelica che egli ha voluto, si conservano una ventina di manoscritti da lui posseduti. Tra questi si ricorda il n° 1214, intitolato De Sixto V Pont. Max. ... , prevalentemente composto da testi a stampa e datato genericamente 15..-17.. .Vi sono contenute diverse raccolte di carmi elogiativi di Sisto V, un ricco corredo iconografico relativo alla Cappella Sistina in S. Maria Maggiore e a numerosi santi, oltre a scritti di vario genere. Qui si presenta soltanto la copia di un disegno colorato definito vera effigies di Sisto V, v. fig. 1.(8) Da ricerche affrettatamente effettuate è emerso che essa non appare nei tanti libri recentemente pubblicati a ricordo del IV centenario del pontificato sistino. Non si può affermare con sicurezza che sia inedita, certamente è poco nota.
Due codici di rilevante importanza finora trascurati
Sono stati consultati, presso l'Archivio Capitolino, due registri manoscritti che contengono gli elenchi delle spese sostenute in certi periodi della vita di Camilla Peretti. Uno di essi è esclusivamente dedicato alla costruzione della chiesa di S. Lucia a Grottammare. Qui non è il caso di soffermarci sull'argomento, peraltro trattato a parte in altra sede, e sulle connessioni di questi codici con episodi e momenti della vita di Sisto V.(9) E' sufficiente solo fare menzione della sua rilevante importanza.
Nota sulla bonifica delle Paludi Pontine voluta da Sisto V
Fra le tante opere intraprese da Sisto V va annoverata anche la bonifica delle Paludi Pontine, che non venne portata a termine.
Non ci si sofferma sulla genesi del progetto né sulle decisioni prese, materia per cui si rimandano gli interessati alla consultazione del volumetto di Chiari già citato.
Si trascrive più avanti un promemoria settecentesco conservato all'Archivio di Stato di Roma (ASR), che fa rapidamente conoscere come, quando e da chi venne avanzata la richiesta di bonificare quei terreni, quali furono le iniziative adottate, come vennero considerati i diritti dei vecchi e dei nuovi proprietari, come fu effettuata la ripartizione delle quote per l'iniziativa, etc.(10) Si tratta, molto probabilmente, di un documento riepilogativo di quanto fino ad allora accaduto, forse preparato per uso legale ed amministrativo ed accompagnato da due brevi appunti. Non è stata rintracciata la pianta di cui si fa cenno nel testo.
L'impresa in soli tre anni giunge a buon punto ma poi, a causa di alcuni errori commessi e, soprattutto, della scomparsa di Sisto V animatore instancabile dei lavori da lui promossi, per circa 27 anni si trascina stancamente. Di conseguenza le acque cominciano a riprendere possesso del terreno e i costi salgono a tal punto da indurre i bonificatori a sospendere i lavori e a fare una prima ripartizione delle tenute risanate ed i vecchi proprietari ad intraprendere un'azione legale per rientrare in possesso dei loro beni.
Sarebbe interessante dedicare attenzione alle figure di coloro che partecipano alla bonifica, perché sicuramente essi fanno parte di quel gruppo di attivi imprenditori e finanzieri di cui si avvale Sisto V per condurre in porto molte delle sue iniziative, associati ad alti prelati, a faccendieri di vario genere, a favoriti del pontefice ed a funzionari governativi. Ma il tempo a disposizione non lo consente.(11)
Tuttavia, nonostante l'indubbia loro capacità ed intraprendenza, i risultati vengono raggiunti grazie alla volontà ed alla tenacia del pontefice. Con la sua scomparsa le opere non ancora concluse - come la bonifica pontina - non vengono portate a termine.
Conclusione
Consentitemi, infine, di spendere qualche parola a proposito di polemiche secolari ancora non del tutto sopite. Anche io, come padre Gatti, non ho legami diretti con nessuno dei due paesi maggiormente interessati alla controversia, pur se ho una lunga consuetudine con Grottammare dove ho trascorso parecchi anni e conto numerosi amici.
Faccio seguito, in qualche modo ed a distanza di tempo, a quanto ha rilevato un personaggio indubbiamente più autorevole di me, Alberto Polverari (con il quale condivido il giudizio da lui formulato, oltre al nome di battesimo) che, dopo aver segnalato che "il Consiglio della Deputazione di storia patria per le Marche si era già in tempo preparato alle celebrazioni del quarto centenario del pontificato di Sisto V ... Il programma così concepito era adeguato alla grandezza del soggetto né si potrebbe obiettare che esso sia utopistico ... Il progetto totale venne poi fermato, sembra un paradosso, dall'amore e dall'orgoglio dei luoghi natali di Sisto V. Voler esaltare, quasi in gelosa esclusiva, il proprio concittadino illustre ha in pratica significato il ridimensionamento degli studi e delle pubblicazioni sopra di lui, quali sarebbero stati realizzati con l'impegno più largo."(12)
Da parte mia, posso aggiungere che, in occasione della mostra sistina tenuta a Palazzo Venezia nel 1993, appresi dal Carnet di Roma (bollettino dell'EPT di Roma) del novembre 1992 che il pontefice era nato a Montalto. Scrissi subito al presidente di quell'Ente per segnalare l'errore. Mi rispose che era bene che mi rivolgessi al comitato organizzatore. Inviai allora due lettere agli interessati senza ottenere risposta. Al terzo tentativo ebbi un poco più di fortuna, in quanto mi rispose direttamente il soprintendente ai beni artistici di Roma, che però lasciava intendere di non avere possibilità di far correggere affermazioni inesatte di quella portata. Eravamo giunti a marzo 1993 e probabilmente il catalogo era stato già pubblicato, ma l'aggiunta di un'errata corrige non avrebbe certamente creato grossi problemi. Le cose rimasero come erano e ne trassi la conclusione che io, semplice appassionato, non avrei mai ottenuto completa soddisfazione dagli specialisti. Non ho tanti capelli da potermeli strappare ad ogni occasione che meriterebbe un atto di disperazione di tal genere e quindi accantonai la questione. Oggi, in questo ambiente, la ripropongo non certo per risvegliare polemiche fuori posto e campanilismi senza senso ma per invitare gl'interessati a meditarvi sopra.
Operazioni del genere, condotte da una parte o dall'altra o da entrambe, non fanno bene alla cultura. Come tutte le cose di questo mondo, la cultura è fondata sulla verità e sulla chiarezza o, almeno, lo dovrebbe essere. E noi, che prendiamo parte ad operazioni culturali di vario genere, dobbiamo batterci perché sia sempre fatta chiarezza e sia sempre cercata la verità.
Felice Peretti è nato a Grottammare il 13 dicembre 1521, da padre montaltese e madre di Frontillo di Camerino.(13) Fino all'età di 10 anni è vissuto nel paese natio. Poi a Montalto, dove è rimasto 6 anni (ma in questo periodo andrebbe collocata anche la permanenza in Ascoli Piceno), e a Pesaro (1537-38), Jesi (1539), Rocca Contrada (1540), Ferrara (1540-42), Bologna (1542-43), Rimini (1544-46), Siena (1547), Fermo (1548, laurea) per motivi di studio o per svolgere attività di predicatore. Giunto a Roma, dopo essere stato in molte altre città d'Italia (Napoli, Venezia, etc.), vi si è trattenuto a lungo allontanandosene saltuariamente. Si ricordi il suo viaggio in Spagna, quando fu inviato da Pio V a quella corte.
Pervenuto alla porpora ha assunto il titolo di cardinale Montalto, che dimostra quanto fossero forti i suoi legami con la famiglia paterna ed il luogo d'origine, al quale ha riservato costante attenzione ed ha dedicato numerosi contributi per favorirne la crescita, come risulta da corrispondenza privata e d'ufficio. Divenuto papa è stato uno dei protagonisti della storia mondiale dell'epoca.
Attribuire ad un personaggio del genere dei connotati spiccatamente locali e circoscritti equivale, a mio parere, a sminuirlo, a strapparlo da una posizione di livello straordinario per collocarlo in un ambiente ristretto e animato da rivendicazioni di carattere troppo particolare e limitato per la sua personalità. L'unico risultato sicuro di simili operazioni è quello di "umanizzarlo" nel senso deteriore dell'espressione, cioè di ridurne l'importanza universale. Egli è stato protagonista di scontri memorabili per la difesa del cattolicesimo contro la religione riformata, per il consolidamento della fede di Roma e dei suoi sostenitori nei confronti di sovrani protestanti, ma non al punto d'ignorare il sottofondo reale delle lotte di religione in Francia. Infatti non condannò irrimediabilmente Enrico di Navarra e riuscì ad avviare a soluzione vantaggiosa per i Francesi quello spinosissimo problema.
Alla formazione della sua personalità hanno fornito contributi efficaci tutti coloro che ne hanno favorito la formazione spirituale e culturale. E' fuori di luogo, anzi concettualmente e praticamente impossibile, attribuire a ciascuno di essi una esatta partecipazione al raggiungimento del risultato finale, espressa ad esempio in percentuale: Grottammare 5%, Montalto 5%, Roma 50% e così via.
Già in passato ho definito, e continuo a definire tuttora, Sisto V cittadino del mondo, quindi anche di Fermo, di Grottammare, di Montalto, di Roma, etc., ma non solo ed esclusivamente di ciascuno di questi luoghi.(14) Egli non può e non deve essere coinvolto in operazioni di esaltazione di ambito locale che conducano a contrapposizioni totali, rigide ed oltranziste.
Una misura indiretta della grandezza di un pontefice ci viene offerta da come egli viene inserito nella serie cronologica dei papi da parte degli studiosi in Francia, nazione che a Sisto deve l'impostazione conclusiva di un travagliato conflitto interno che poteva comprometterne l'unità e l'indipendenza. Quando essi impiegano l'aggettivo ordinale e non quello cardinale, abbiamo a che fare con un individuo sicuramente grande. E Sixte-Quint è veramente tale.
Sta a noi, oggi, rispettare la sua grandezza.
Note
(1) G. CUGNONI, Documenti chigiani concernenti Felice Peretti, Sisto V, come privato e come Pontefice, Archivio della Società di Storia Patria, Roma, vol. V pp. 1-31, 210-304, 542-589.
(2) D. CHIARI, Il territorio pontino in epoca sistina. Immagini di riforma e vita nello Stato della Chiesa 1585-1590, Terracina 1990, p. 14 nota 5. Si ricordi che il prof. Chiari è stato Presidente dell'Academia Sistina.
(3) I. GATTI, Sisto V papa «piceno». Le testimonianze e i documenti autentici, Ripatransone 1990.
(4) I. GATTI, Sisto V ... , op. cit., p. 9.
(5) In proposito cfr. B. OLIVIERI, 1585-90, 1985-90. Quadricentenario sistino, L'Arancio 7/1998, pp. 19-20.
(6) Seguendo una indicazione fornita da G. FRACASSETTI, Biografia di Sisto V, in G. B. MASCARETTI, Memorie istoriche di Grottammare, Ripatransone 1841, e basata su dati tratti dalla biografia sistina del Tempesti, Felice Peretti nel corso della visita ai conventi della Marca, effettuata come Vicario Apostolico, "portossi in Grottamare agli 8 di Magio del 1567, per vedere i suoi parenti, e dimorò qualche giorno nella sua casa". Di conseguenza la permanenza di Peretto a Grottammare salirebbe ad oltre 50 anni.
(7) I. GATTI, Sisto V ... , op. cit., p. 460 ss.
(8) Si ringrazia la Biblioteca Angelica che ha autorizzato la riproduzione, a scopo editoriale, della figura a carta 135 v (ritratto di Sisto V) del Ms. Angelicano 1214 con il foglio 1486/B.2.3 del 6 luglio 1998. Giusta le norme vigenti ne è vietata la riproduzione in sede diversa dalla presente, senza ulteriore autorizzazione della predetta biblioteca. A Cantalupo in Sabina, nel palazzo Camuccini, v'è un ritratto di Sisto V. E' noto che la collezione di opere pittoriche ivi contenuta è stata formata, soprattutto, riunendo le copie di quadri, antichi e moderni, che Vincenzo Camuccini ha eseguito nel corso della sua carriera artistica. E' stata chiesta conferma, alla dott.ssa Isabella Capoferri pronipote del grande aartista ottocentesco, se si tratti di opera dovuta al suo antenato. L'autore dell'originale è Giovanni Paolo Cavagna, a proposito del quale riportiamo le notizie inserite in M. LACLOTTE-J.-P. CUZIN-G. CASTELNUOVO ... , a c. di, Dizionario Einaudi della pittura e dei pittori, Torino 1989, vol. I p. 602:
"Giovanni Paolo Cavagna
notizie tratte da Bergamo (1556-1627). Dopo una prima formazione presso Cristoforo Baschenis e un soggiorno a Venezia nel 1576, compare a Bergamo come allievo diretto di G. B. Moroni, del quale C. proseguì l'arte ritrattistica (Ritratto di donna, Bergamo Carrara). Molto fecondo, estese la sua attività a tutto il bergamasco, decorando tanto i palazzi (Fregi e scene bibliche della casa Farietti a Presezzo, Storie di Davide e di Giuseppe della casa Albani a Bergamo) che le chiese (Bergamo, Santa Maria Maggiore, Assunzione, 1593; Cremona, Biblioteca degli Agostiniani; Treviglio, affreschi e pala di san Martino, 1597). Molto moroniano nei primi lavori, evidenzia una netta evoluzione per influsso dell'arte del Veronese e dei Bassano, eccellendo nelle prospettive e negli scorci arditi. (sde = Sylvie Deswarte)". L'autore è citato anche in Thieme Becker e Bénézit. . In Studi Romani nn. 1-2 2005, pp. 94-121, è apparso un lavoro di M. GHILARDI, Dall’inventio del corpo santo alla costruzione delle reliquie …. L’autore vi tratta dell’attività di Giovanni Angelo Santini, pittore romano cercatore e venditore di reliquie di santi, con il quale manteneva contatti e relazioni d’affari anche Giovanni Battista Cavagna, vissuto tra il 1555 e il 1619 e quindi probabilmente identificabile con un parente di Giovanni Paolo.
(9) A. SILVESTRO, Un documento da considerare con molta attenzione. "Il registro di spese di Camilla Peretti per la Fabrica di S. Lucia di Grotta a mare", Riviera delle Palme, ottobre 1998.
(10) ASR, Commissariato generale della R. C. A., Collectio Campilli, b. 511. Al documento principale, che offre un riepilogo delle vicende connesse alla bonfica delle paludi, sono collegati due appunti, uno brevissimo, che fornisce indicazioni utili per il reperimento dell'atto rogato dal notaio Teuli, per la prima divisione effettuata dai bonificatori; l'altro poco più lungo che ci consente di conoscere approssimativamente la data di riesame della questione (1762 e successivi). Da rilevare alcune discordanze nei nomi degli appaltatori rispetto al testo del Chiari - il quale legge Mons. Orsino e non Orfino, Lelio Bonariani anziché Lelio Barigiani - dovute molto probabilmente al compilatore dei documenti dell'ASR. Lo stesso dicasi per le differenze che appaiono nell'elenco dei soci: in Chiari Ginevra Salviati compare come intestataria di una quota. Nel nostro documento, invece, solo come prestatrice a favore dei padri di S. Biagio dell'Anello. Si noti, infine, che i proprietari delle peschiere, secondo Chiari, furono gli oppositori più tenaci della realizzazione della bonifica,
(11) Per una sommaria informazione su alcuni di essi può essere utile consultare C. WEBER, Legati e governatori dello Stato Pontificio (1550-1809), Roma 1994, passim.
(12) A. POLVERARI, Bolle e brevi di Sisto V sulle Marche, pp 431-442, in AA. VV., Sisto V. II. Le Marche, a c. del COMITATO NAZIONALE PER LE CELEBRAZIONI DEL IV CENTENARIO DEL PONTIFICATO DI SISTO V (1585-1590), in particolare p. 433. Da ricordare che, stando a quanto afferma I. DE FEO nel suo Sisto V, Milano 1987, pp. 45 e 49, sulla base di dati riferiti da Pistolesi, il comportamento dei cittadini montaltesi nei confronti di Felice Peretti non fu sempre degno di apprezzamento
(13) In proposito cfr. C. SANSOLINI, Marianna da Camerino madre di Sisto V. Codice Latino Ottoboni 2427, Roma 1985.
(14) A. SILVESTRO, Cittadino del mondo, Regione oggi n° 8-9/1992, p. 14; A. SILVESTRO, Grandeur, dono divino? (Sisto V ed Enrico IV), L'Arancio estate 1992, pp. 5-6.
Appendice
Non è stata condotta, per ragioni di tempo e per la complessità di una ricerca del genere, un'indagine esaustiva volta ad accertare quanti e quali siano i manoscritti d'interesse sistino reperibili a Roma.
Vengono indicati, nell'elenco che segue, i titoli, la collocazione ed alcune notizie sui testi rintracciati, in parte tratti dagli indici della biblioteca o dell'archivio, in parte dai volumi stessi a seguito di consultazione diretta.
Successivamente si da' la trascrizione di alcuni brani.
Codici che trattano di Sisto V
- Biblioteca Apostolica Vaticana
Codici vaticani latini
dall'indice Inventarium Codicum Vaticanorum Latinorum
vol. 316 12843-13725
- n° 13066
titolo
Sisto V. Relazione del pontificato di Sisto V, principiando dalla nascita, sino alla di lui morte con tutti gli accidenti seguiti nel corso del suo pontificato, cavata da un codice di detto Sisto, e da un Diario e manoscritti de' Maestri di cerimonie.
sec. XVIII, cart. ff. 1-361
- n° 13067
titolo
Sisto V. Nascita, vita e morte del Sommo pontefice Sisto V, ricavata fedelmente dal ms. esistente nella libreria pontificia di Monte Cassino
sec. XVIII, cart., ff. 1-425 (in due volumi)
dall'indice vol. 318 14234-14665
- n° 14371
titolo
Nascita vita e morte di Sisto V. Inc. "Papa Sisto nacque ... " des. " ... la vita dolce che godevano senza essere da veruno molestati." (ff. 1-167)
Sentenze di Papa Sisto V in molte occorrenze. (ff. 167r.-169r.)
Manoscritti chigiani
- n° d'ordine 1371, segnatura F.IV-81 Pontefici romani, microfilm n° 6007
titolo
Rerum a Romanis Pontificis gestarum post Gregorium XIII. Liber Primus
- n° d'ordine 2853, segnatura N II 43, microfilm n° 6569
titolo in catalogo
C. Magalotti, Pontefici romani, memorie da Martino V a Gregorio XIV;
titolo sul volume
de' Papi e Card.li, e congiure contro di essi.
Codici Barberini Latini
dall'indice 343, XXXIII
f.XXXIII.105
Lat. 2585, microfilm 3536
Codex chart. in f.° saeculi XVII. Constat foliis 197 N. A.
12. "Ortus et educatio - Sixti V. Vita cap. I - "In eo Italiae tractu, qui Picenum appellatur, locus est maritimus le grotte al mare, nunc etc." fol. 139
(nil aliud in hac vita praeter ortum et educationem)
f. XXXIII.165
Lat. 2645, microfilm 3654
Codex chart. in f.° saeculi XVII. Constat foliis 104 N.A.
14. Sisxti V. P. M. ortus et educatio. Cap. I. "In eo Italiae tractu ..." fol. 71
15. Tunc SS. D. N.(Sixtus V.) graviter severeque in haec verba loquutus est. Infandum dolorem explicare cogimus" fol. 73
dall'indice 344, XXXIV-XXXVI
f. XXXV.37
Lat. 2793, microfilm 3573
Codex chart. in f.° saeculi XVII. Facies habet 796 N.A. 1088.
88. Diaria sub Sixto V (1585-1590) f. 632
f. XXXV.89
Lat. 2845, microfilm 3737
Diarium sub Sixto V. a die nona Januarii ad diem 23. Decembris. anni 1589.
Incipit "Die nona Januarii fer. 2^ 1589. Fuit Consistorum secretum, in quo fuit data audientia". Diarium desinit "DD Cardinalibus novis Marturaneri et Pepulo de more"
Ultimo fol. v leguntur memoriae Consistoriorum habitorum 1590" quorum hic tantum initium
dall'indice 351, LII-LV
f. LIV.56
Lat. 4970, microfilm 4192
Codice cartaceo in f.° del sec. XVII di carte 563 N. A.
"Relatione di quanto successe nel Pontificato di Sisto V." (Frontispizio)
Comincia a carta 1. "Memorie del Pontificato di Papa Sisto V - Non è stato per mio credere, Principe alcuno più ingiustamente dalle lingue d'huomini volgari lacerato etc."
Finisce a carte 563 v. " e l'esperienza spesso contraria ale prime apparenze".
f. LIV-57
Lat. 4971, microfilm 4200
Codice cartaceo in f.° del sec. XVIII ci carte 140 N.A.
"Vita e morte di Sisto V. Pontefice"
"Nacque Sisto V nella Marca, cioè nel Castello delle Grotte, luogo che oggi fa 800 anime incirca nel territorio di Montalto. Il Genitore si chiamò etc."
Finisce a carte 140 "in una raccolta di sentenze date in varie congiunture da Sisto V. la 27.ma ed ultima è questa" Con i Frati è buono d'haver rispetto assai più da lungi, che domestichezza da vicino, e di loro non servirsi, se non nelli più urgenti bisogni". "Fine della famosa vita di Sisto V.°"
dall'indice 353, LVIII-LIX
f. LVIII.12
Lat. 5333, microfilm 4209
Codice cartaceo in f.° del sec. XVI di carte 361 N. A.3076
40. Vita di Sisto V. "Sisto V. Papa per sangue ignobile, l'ha mostrato dal principio al fine etc." carte 308r.-309v.
f. LVIII.51
Lat. 5372, microfilm n° 4280
Codice cartaceo in f.° del sec. XVII di acrte 181 N.A.
7. Discorso al Cardinal Montalto nella morte di Sisto V. suo Zio nel mese di Agosto del 1590. sopra la elettione del futuro Pontefice. Comincia a carte 98 "Ancor che il dubioso pericolo del stato presente in che V. S. Ill.ma se ritrova è tale, che potrà facilmente etc." Finisce a carte 104.
- Biblioteca Angelica
Manoscritti di Angelo Rocca
Ms. 662, n° reg. cronologico d'entrata 24449, datazione 16..
titolo
De romani pontificis nominibus ac numeribus ...
Ms. 1214, n° reg. cronologico d'entrata 26226, datazione 15..-17.., n° interno miscellanea 74, a stampa
titolo
De Sixto V. Pont. Max. ...
- Archivio Capitolino
Manoscritti dell'Archivio Cardelli
Appendice - Tomo 16.
Registro di entrate e uscite di Camilla Peretti. 1587-1597.
Appendice - Tomo 22.
Registro di spese di Camilla Peretti per la Fabrica di S. Lucia di Grotta a mare. 1591-1592.
Estratti vari
Stralcio dal manoscritto chigiano F.IV.81
«ARGUMENTUM PRIORIS LIBRI
Hoc volumine describitur signa latentis aegritudinis Gregorij XIII, et in sustinendis corporis laboribus neglectus causae. Tum ipsius obitus, et praecipui mores, mox res gestae, quae eo vita functo, vel commendabantur, vel vituperabantur.
Decreta praecipua Sacri collegij Cardinalium ad coercendos tumultus qui in interregno exoriri consueverunt.
Felicis Peretti Cardinalis de Montealto in Pontificem electio, et electionis series.
Quae ille in conclavi egerit dum Pontifex eligeretur.
SIXTI QUINTI nuncupationis delectus et causae.
Devectio illius in sella ex conclavi in templum divi Petri, et inde in Vaticanum revectio, eoque tempore Pauli Jurdani anxii et suspicantis ad eum accessus, anxietatisque et suspicionis causae.
Francisci Peretti SIXTI nepotis Victoriae Accorambonae mariti patrata olim caedes. Interfectorum fuga, et incerta criminatio.
Summa in acerbissimo casu SIXTI tranquillitas et fortitudo. Postulatio ut incerti criminis iudicium praetermitteretur. Erga indolentes consolatio. Defugando immoderato suorum amore facunda admonitio. Divinitatis, faustique ac felicis augurij insigne argumentum. Eiusdem liberalitas erga Victoriam, et in sustinendis adversis singularis animi magnitudo digna quam omnes imitentur.
Perpetua in Pontificatu laus moderationis et constantiae, et admirabile exemplum ad iniuriarium memoriam deponendam.
Pauli Iurdani, et Victoriae nuptia contractae eo tempore quo SIXTUS Pontifex eligebatur. Eiusdem metus et de severitate SIXTI concepia opinio. secretus aditus supplexque ad eun oratio, demum ab urbe recessus.
Imitandi instituta Pij Quinti ingens studium in SIXTO Procerum ad eum gratulationis causa confluentium frequentia Populi Romani preces et SIXTI responsum. Eiusdem tuendae pacis, augendae annonae, et administrandae iustitiae desiderium.
Erga Cardinales et eorum familiares qui electionis ministerio interfuerunt insignis liberalitas.
Inauguratio et ad Basilicam Lateranensem profectio.
Delegatio Michaelis Cardinalis Alexandrini provinciarum postulatis et Hieronymi Cardinalis Rusticucci legatis Regum audiendis: Quaesturae collatio Benedicto Iustiniano et Camerae Ap.licae negociorum administratio concessa Ioanni Bernardino Piscinae.
Ipso Pontificatus initio tormentorum ac armorum brevium interdictio, et quattuor fratribus Coranis ea deferentibus poena furcae inflicta.
Primus Senatus habitus et in eo SIXTI diserta et gravis oratio, deque ipsius sapientia, et futura administratione iudicium, coorta item in Cardinalium animis maximarum rerum expectatio.
Publicus senatus in quo SIXTUS Francisco Gallo Simoni de Aragono Siculo, et Vincentio Lauro Tropiensi Cardinalibus ab Gregorio creatis pileos de more exhibuit.
Designatio Ioannis Ambrosij de Flisco Episcopi Soanensis ad deferendum munus rosae sacrae Mariae Philippi Hispaniarum Regis filiae, et ad obeundam legationem apud Carolum Emanuelem Allobrogum Ducem.
Alexandri Peretti pronepotis SIXTI in Collegium cooptatio.
Cardinalium legatorum destinatio ad regimen Piceni, Latij, Flaminiae, Bononiae et Umbriae et earum legationum ac designatorum causae.
Studium et humanitas qua SIXTUS Boncompagnum Philippi Cardinalis S. Sixti patrem Romam advenientem excepit et Firmanae ditioni praefecit, annuaque pecunia donavit.
Preces ac postulata provinciarum qui legationes ad SIXTUM destinabant.
Ex omnium Cardinalium numero delegatio Prosperi Sanctacrucij, Ioannis Baptistae Castanei, et Scipionis Lancellotti audiendis populorum petitionibus, quaeque SIXTUS eorum consilijs ad fovendam tranquillitatem et levanda publica onera summa cum laude iustitiae et liberalitatis edixit.
Dimissio stipatorum, Praetorianorum, Velitum et omnium qui sub Iacobo Boncompagno militabant, nova, et salubriora remedia quibus SIXTUS provincijs exules et sicarios fugavit.
Benedicti Caiolae Campani Presbiteri Guarcini nuncupati latronis infestissimi et audacissimi Maentiae occisio.
Coniectio in carcerem Rodulfi Bonfioli qui Quaesturam vivente Gregorio propter crimina illi obiecta, et eorum cognitio Dominico Pinello Episcopo Firmano et Angelo de Cesis Episcopo Tudertino Camerae Ap.licae Clericis demandata.
Consilium praecipuum SIXTI, in rebus gerendis et eiusdem spes in accurata divini numinis precatione, publicaeque propterea supplicationes indictae ad divinam opem implorandam antequam graviora christianae rei negotia aggrederetur.»
Stralci dal manoscritto chigiano N.II.43
«Sixtus V. cr. Alexandrum Damascenum ex germana pronipotem, eumque cognomine Pereto donavit, et Ascanium Columnam ? patrem Marcii Antonii ? sororis eiusdem Alexandri» (da carta 168 v., capitolo Quot Cardinales, singuli Pontifices creaverunt et quales ex eis electi fuerunt Pontifices.)
«Essendo quasi che risanato e disprezzando i consigli dei Medici, e attendendo à ber greco nella neve freddissimo, et à tuffarci le mani, e le braccia, morì a' 27 d'Ag.to inaspettato à se, non discaro à Romani, et alla somma delle corti non inutile per la mutazione che di quelle havea fatto.
Entrò nel Pontif.to con gran riput.ne. In 24 hore purgò lo stato della Chiesa de fuorusciti, da quali non meno nel sangue che nella robba era fieram.te affetto.
Tirato dalla gloria d'essergli riuscito di traslatare la guglia di ? che era dietro S. Pietro, rizzò, e rassettò l'altre ch'erano in Roma, ristorò le colonne per l'acqua nella Città, fece nuove strade con gran magnificenza, murò di nuovo il pal.° di S. Gio: ne in quel vastissimo cerchio di mura fù cosa degna di esser risarcita, che con dilig.za grande non riducesse à miglioram.to.
Fece progresso non piccolo nella fabrica di S. Pietro, è preso da insaziabile desid.° di accumular denaro per gli contrasti che potess.° avvenir alla Chiesa così da Eretici come da Infedeli, parco à se med.mo, non servando ne pietà ne disordine alc.° con gli altri trapassò i termini dell'honestà prestando orecchie à inventori di nuove gabelle, e m.te volte non pagando à chi di dovere.
Era rigidiss.° esecutore de suoi comand.ti: Diventò odioso à ciasc.° del Pop.° che era aspettante evident.te la sua morte, da Card.li non era più amato che dal Popolo per essere con loro imperioso e per aver sublimato a quella ampliss.a dignità ? vili e non compartiva se non al Nip.te le vacanze di S.a Chiesa le quali ascendev.° a 100. mila scudi.
Al Nipote Secolare non diede cosa veruna di qel della Chiesa.
La sua sorella Camm.a, ò che lui non sen'avvedesse ò che facesse vista di non se n'avvedere per tt.e le vie possibili ammassava denari, accumulò gran tesoro, diceva d'esser nata di Casa ill.re perche essendo senza tetto era illustrata dal sole.
Era stata moglie di un huo' di vil condizione, il cui ? non volea che si sapessi, visse m.ti anni con lavori penosi, e con gran maraviglia andava per Roma con accompagnam.to regio.
Franc.° suo nip.e, per insidie di Paolo Giord.° Orsini, che era innam.to di Virginia Accorambona sua moglie fù ammazzato, essendogli portata la nuova mentre era in Concistoro non si turbò, l'Orsino dopo essere stato qualche tempo in Cast.° sposò Virginia.
Prese il nome di Sisto per adulare il Card.l di S. Sisto nip.e di Greg. che l'havea aiutato assai, mà per honorar la mem.a di Sisto 4° del med.mo suo ord.e e più creduto, che pigliasse quel nome.
Maritò Flavia, e Orsina sue pronipoti à Ill.mi Baroni Romani Virginio Orsini, e M. Ant.° Colonna.
Era teneriss.° verso li suoi.» (da carte 36 r. e v.)
Stralcio dal manoscritto Barberini Lat. 2645
«Ortus et educatio
Cap. i.
In eo Italiae tractu, qui Picenum appellatur, locus est maritimus, le grotte al mare, nunc vulgi sermone nominatus, cum antea Cupra maritima diceretur. Huc olim Perettus una cum familia commigravit ex propinqua admodum Montalto patria, quam, praeter alia eiusdem provinciae loca, Franciscus Maria, Urbinatium Dux, ob Cardinalis Alidosij, necem ab Leone X.° ditione exutus, hostiliter vastaverat. Erat autem Peretto Maria uxor, ex Camerino oriunda, pia in primis ac frugi foemina: summa vero ambo inopia ac paupertate, victum sibi, liberisque in diem laborosissime quaeritabant. Hinc illi inter se miserrimum vitae suae genus quotidie lamentari, ac iam prope desperare, cum ecce sibi per quietem visa est uxor, Ludovicum Efredutium, firmanorum tyrannum, aspicere, iisdem etiamtum deformatum vulneribus, quibus eum pauloantea Brancadoriani confecerant, ac se se his dictis alloqui: Agedum, Mariana, bono sis animo; scito te pregnantem esse, filiumque parituram, qui felix erit. Evanuit sic effata imago. Illa vero his verbis mirum in modum exhilarata, excitatur illico, ac simul coniugi persomnij speciem, ut fit, cuncta renunciat: Peperat haud ita pridem filiolam, cui nomen Camilla, adhuc, me scribente superstitem, se vero rursus concepisse, ne opinabatur quidem nihiloigitur maiori in praesentia, quam merum somnium, excepta hac fide. Atqui ubi mox illa gravidam se re vera sentiens, Peretto significavit, statim reminisci somnium, totique continuo vulgare viciniae, et quidem adeo confidenter, ut nemo satis mirari posset, hominem alioqui minime imprudentem, hac in re tuam ridicule ineptire. Agebantur haec MDXXJ salutis anno, cum tandem Idibus Decemb. Luciae sacris, vacante tum forte Petri sede, enititur Mariana filium, cum tamen primo foeminam, deinde marem, tertio item foeminam ad eam diem peperisset. tum vero Peretti opinio, et simul de eo omnium increbuit fabula; et maxime ex quo salutis lavacro admotum puerum, Felicem omnino voluit nominari. Patebat nimirum omnibus Peretti inopia, eo praesertim tempore plane summa ac miserabilis. Etenim praeterquam quod dissidentibus tum inter se Christianis principibus, cuncta bello ardebat Italia, dira ubique cum fame grassabatur lues: Quin etiam lupi cervarij, rara admodum, nec ita immites ferae, huc illuc numerosius divagantes, seu fame, seu pabuli vitio in rabiem acti, prodigiose homines appetebant. Adoleverat interea nihilominus puer, attigeratque iam annum septimum, cum res forte accidit quae quoniam ei primum emergendi exordium extitit, nequaquam ab re duxerim si lucidus explicetur. Obiurgabat aliquando filium quidam ex eius loci primoribus quod contumacius scholam aefugeret. Id quod quandoque conspicatus Felix, o si, inquit, liceret mihi. Adesdum, respondit ille, arreptaque mox papyro, eamque elementarijs litteris sua manu exarans: si videlicet aemulationem gnato inijcere ea posset via: cape tu, inquit, Felix, et disce. Erat tum ibi magister ludi .N. quidam ex heremitana familia. Excepit his primo non sine risu puerum cum charta eius modi, capitque demum inconcinne ad modum exaratas litteras edocere ludibundus. Mirum profecto dictu: tantus mox ingenij, vigor, tantaque praesertim memoria, ut aequales brevi eiusdem ludi pueros mirum in modum anteverteret non sine summa ipsiusmet praeceptoris voluptate ac miseratione. Premebatur enim tanta paupertate miser, ut pannosus, nudisque pedibus frigis famemque tolerans, ita tempus dispensare cogeretur, ut et schola, et iusso simul lignorum fasciculo non deesset quotidie ferendo matri. Degebat tum Montalti Monachus quidam ordinis Minorum, cui frater Salvator nomen, et quidem Peretti consobrinus. Huc igitur cum forte heremitanus excurrisset aliquando, eumque sibi amicissimum inviseret post multa, ut fit, familiarius tandem de suo ludo, deque ipso inprimis Felice ad sermonem delapsus, huius solum indolem, huius memoriam, ingenium, miracula praedicare. Perbelle autem cecidit, ut curiosius exin designatus puer, nihil tum minus opinatis auditoris pronepos compertus sit. Is ergo consobrini inopia non ignarus, et tamen puerum serio instituendum ratus, accersit eum illic, severiorique aliquandiu educat, instituitque disciplina; propensumque se magis magisque indies in eum ordinem praeseferentem, postulato identidem habitu induendum curat; quo per congruum gestato tempus, rite denum anno MDDDDIJ., die dominico palmarum, solennibus se Felix Deo votis obstrinxit. Mos erat eo tempore, duratque adhuc, ut qui eiusmodi votis religionis ordinem profitetu, pristinum commutaret nomen. Volebat itaque f. Salvator Antonij nomen Felici imponi, propterea quod olim in eadem D. Francisci Montalti ecclesia, ubi haec agebantur, sacellum D. Antonio Patavino sacrum extruxerant maiores sui. Perettus vero contra, quippe et ipse voto intererat, fisum se uxoris somnio Felicem filium nominari voluisse pridem, et velle post hac sin minus, reducturum potius. Evicit tandem patris pertinacia: eius exin credulitati nullis non illudentibus.
Iam vero latinis litteris ab eodem Salvatore eruditus Felix, Pisaurumque philosophiae operam daturus profectus, non secus atque antea illustre praestantis ingenij specimen praesetulit. Verumtamen his tamen eximijs animi bonis, ita non aeque arridebat fortuna, ut magis in dies ingruente inopia, intermittere eum studia interdum, ac circumiacentes pagos obire cogeret concionantem: tantum videlicet stipis corrogandi gratia, quantum et vestitui, et librorum usui plane necessario suppeteret. Huiusmodi ergo vitae ratione hic primo, dein Ferrariae ac Senis studiorum curriculum eluctatus, Firmum se recepit MDXLVIIJ salutis anno; ubi mox publica, de more, habita disputatione, philosophiae, ac theologiae laurea caeterisque doctrinae insignibus honestatur, et sane tam honorifica de eo admiratione, ac iudicio, ut iam tum de se maximam ab omnibus expectationem commoverit, nec fefellit. Quippe cum Asculum ... suae aetatis anno in primarijs eius civitatis templo concionatum accersitus, cum sibi locum ab N. Mignuccio praereptum comperisset, tulit hoc humaniter, censuitque sapienter nequaquam sibi cum homine in patria nobilitatis praerogativa, et omnium de eius facundia opinione gratiosissimo contendendum ne tum nihils frustra illuc videretur profectus, fratrum maxime accedente instinctu, capit demum in haud ita ampla ac celebri sui ordinis aede concionari. Nec mora, ignota eloquentia didita ab auditoribus fama, tantus usque adeo concursus, ut plane ab omnibus destitutus Mignuccius surdis parietibus occineret, et postremo illum Asculani, quod vel Firmani antea fecerant, benevolentia atque honoris ergo civitate donarent ... »
Stralcio dal manoscritto Barberini Lat. 5333
«Sisto V. Papa per sang.e ignob.e l'hà mostrato dal princ.° al fine, con le sue vitiosità, si non alt.ti fù Car.le di tit.° di S. Gr.° e già fù chiamato fr. Felice da Montalto, che se bene di vil.ma cond.ne ci è pur mem.ia che suo p.re era un contadino per giunta poveruomo, che non si potendo manco pigliar cura del fig.° ? si diedi a guardare da sè alcui porci de vicini per aiutarsi à vivere. Mà la sua buona sorte volse, che da non sò chi, conosciute ancora (le virtù) e corpulento ragazzo, , gli parlò di relig.ne, e trovandocelo inclinato, lo vestì di q.lla di S. Fr.° ...»
Stralcio dal manoscritto vaticano latino n° 13066
«Papa Sisto V. nacque nella Provincia della Marca, cioè nel Castello chiamato le Grotte, luogo, che fà 800. anime in circa posto nel territorio di Montalto, e dal med.° Montalto dipendente; Onde è, che Sisto divenuto Cardinale, prese il titolo di Card.e Montalto per causa che le Grotte dove Egli nacque dipendevano da Montalto, e tutti due questi luoghi erano, come sono ancora al presente sotto la Giurisdizione del Ducato di Castro.
Il genitore di Sisto si chiamava Francesco Peretti nato nel Castel di Farnese, dove fù costretto, non sò per qual accidente occorsoli di partirsi, onde si pose in viaggio per cercar fortuna altrove, che per esser Povero, e miserabile non haveva da poter vivere, perche era solito alimentarsi di quello che soleva buscare dalla Giornata con la propria industria.
Partito adunque da Farnese, se ne andò a trovare un suo zio, col quale si volle consigliare sopra la strada, che dovea tenere, e sopra il modo di vivere, raccontandogli che era stato Bandito da Farnese. Questo suo zio gli offerse di servire un vignarolo, ma neanche in questo modo conoscendosi contento, lo pose a servire un Personaggio assai ricco in qualità di vignarolo, nel qual servigio Egli si trattenne più di sei anni con sodisfattione del Padrone, il quale veram.te gl'havea posto un grand'affetto. Havea questo suo Padrone una serva, la quale essendo accesa nel'amore di Francesco, sentendolo celebrare dal Padrone, finalm.te la fece chiamare, e fù fatto questo matrimonio con la sudetta serva, che si chiamava Gabbana; onde è che Francesco si acquistò il nome di Gabbanese.
Da questo matrimonio ne nacquero tre Figli, due maschi, ed una femina, che fù chiamata Cammilla, della quale ne parleremo à suo luogo, occorrendo ora discorrere della nascita di Sisto, che fù l'anno 1521. alli 13. di Xmbre in un mercordì, giorno appunto della solennità di S. Lucia, chiarissimo presagio, che dovea servire di luce alla Chiesa di Christo, e di lumiera a tutti i Principi, che sono chiamati al commando de Popoli.
Nel Battesimo gli fù posto nome Felice, nome veramente convenevole ad uno, che dovea salire all'alto, e supremo grado della felicità di questo Mondo, et il Curato, che lo Battezzò, et il Padrino, che lo presentò si chiamavano ambedue Felice di nome, onde è che il med.° Sisto essendo Frate in alcuni discorsi familiari, diceva, che nel Battesimo aveva trovata una triplicata felicità.
Si gloriava Sisto d'esser nato in d.° anno 1521, alli 13 di Xmbre, perche in questo med.° anno e giorno i Cardinali entrarono in Conclave, doppo la Morte di Papa Leone X, per creare il successore, che fu Adriano VI. nato nella Città d'Utrech, e questa elezzione riuscì di somma ingiuria al popolo per essere Adriano inesperto, e senza alcuna attività vissuto in Spagna senza le cognizioni necessarie delle corti de Pn.pi Romani.
Questo med.° anno 1521. allo 4. d'Agosto nacque ancora un altro Papa, che fù Gio. Btta Castagna successore à Papa Sisto.
Non si è veduto nel Mondo mai huomo, che abbia fatte tante osservazioni sopra ad ogni piccolo accidente. quanto Papa Sisto, havendo composto un libretto, che io ho veduto in Venezia sopra tutti i suoi avvenimenti, così buoni come cattivi.
Desideravano li Genitori di Felice di farlo studiare perche lo vedevano d'un spirito vivace, e d'un discorso così ragionevole ripieno di concetti, onde tutti quelli, che lo pratticavano, dicevano, che se Egli havesse studiato, sarebbe riuscito un grand'huomo, e questi non furono falsi Profeti.
La Povertà ad ogni modo del Padre non permise d'ingolfarlo nelli studij, deliberando di servirsene nella cultura de campi, e però non prese alcuna cura di farlo studiare, quantunque il suo Padrino offerisse al Padre d'ajutarlo in qualche parte della spesa, che sarebbe stata di bisogno per la scuola, ed il Fanciullo istesso ne stimolava il Genitore, mà sempre invano.
Pervenuto Felice all'età di nove anni, il Padre per scaricarsi della spesa, l'accollò a servire un ricco contadino, mà con poca sodisfattione del giovinetto, che possedeva naturalm.te nel cuore pensieri differenti, mà pure fù forza accomodarsi à voleri paterni, così andava ogni giorno a condurre al pascolo il Gregge del Padrone, e ben spesso era forzato a vegliare la notte in campagnia. Per prima gli furno date à guardare le pècore; ma poi ò che non riuscisse nel mestiere, o fosse altra raggione, venne creato porcaro con suo crepacuore, perche averebbe voluto meglio correre dietro le pecore, che dietro li porci, mà in questo officio si vile non restò lungo tempo.
Inclinava questi quando era Giovanetto a veder Persone civili, e particolarm.te Sacerdoti, e Frati, onde si tosto ne vedeva passare alcuno per quelle contrade, dove Egli si trovava, che correva subito alla strada maestra à bagiarli la mano, e con desiderio grande nel cuore di potere esser lui, come erano quelli.
Venne per tanto il tempo, che dovevano cominciare le fortune di questo giovinetto, onde l'anno 1532. nel principio di Febraro, che tutta l'Italia si riduceva in Bologna per vedere la Maestevole coronazione di Carlo V. che venne coronato per le mani di Clemente VII. il giorno 24 di Febraro, che fù sempre fortunato al'Imp.re
Andava ne primi giorni di Febraro in Ascoli il P. Michel'Angelo Selleri dell'Ord.e de PP. Conventuali per predicare la quaresima in d.a Città, e non sò come smarrì il cammino non molto lungi dalle Grotte, a segno tale, che si trovò tutto confuso, non sapendo qual strada si tenere, guardando in questo mentre all'intorno se per ventura si trovasse alcuno in quei prati per insegnarli il camino, che conduceva in Ascoli ...»
Stralcio dal manoscritto Vaticano latino n° 13067
«Nascita, Vita, e Morte
Di Sisto V.
Tomo Primo
Nacque Sisto V. nella Marca, cioè nel Castello delle grote, luogo che fà Ottocento Anime in circa nel territorio di Mont'alto. Il genitore si chiamò Francesco Peretti, nato in Farnese, da dove non sò per qual accidente partì, vedendo che non si poteva sostentare. Onde si pose in viaggio cercando altrove la sua fortuna, che per essere miserabile non poteve vivere, essendo consueto sostentarsi con quello, che guadagnava alla giornata con la sua industria. Partito adunque da Farnese se n'andò da un suo zio, con cui consigliossi sopra il modo che doveve tenere per vivere, narrando che era essule dalla Patria: Questo suo zio gl'offerì di sevrire un vignarolo, ma ne anche in tal modo trovandosi contento, lo pose à servire un Uomo assai Ricco in qualità di vignarolo, nel qual serviggio assai si trattenne, cioè per lo spazio di più di sei Anni con gran sodisfazione del padrone, che molto l'amava. Aveva il detto suo Padrone una serva, che essendosi innamorata di Francesco, sentendolo assai lodare dal proprio Padrone. Avedutosene Fran.co ne dispiacendoli la detta serva la fece chiedere in Moglie, ed ottenutala, fù fatto il mattrimonio con la medesima, che chiamavasi Gabana, onde fù sopranominato il Giabanese.
Da questo mattrimonio nacquero trè figliuoli, cioè due Maschi, ed una Femina, che fù chiamata Camilla della quale a suo luogo parlaremo, addesso fà duopo parlare del Natale di Sisto V., che fù alli 13. di Decembre nell'Anno 1521. in giorno di Mercordi di Santa Lucia, Chiarissimo presaggio, che il sudetto doveva servire per luce alla Chiesa di Cristo, ed illuminare tutti i Principi, che sono chiamati al Commando de Popoli.
Nel Battesimo fù chiamato Felice, Nome al certo degno di un Uomo, che doveva salire all'alto, e degno grado della felicittà suprema di questo Mondo, ed il Curato, che lo battezò, ed il Padrino ambidue avevano il Nome di Felice. Onde fù il medemo fine, che in certi suoi discorsi diceva, che nel suo Battesimo aveva trovato triplicatamente la felicittà è si gloriava esser nato nell'Anno 1521. alli 13. Dicembre, perche nel medesimo Anno, e giorno li Cardinali, entrorno in Conclave per la Morte di Leone Decimo Fiorentino di Casa Medici, per crearli il successore, che fù Adriano VI. nato in Trajetto, Città dell'Alemagna, e questo fù alli 19. di Gennaro 1522. Ellezione, che fù d'ingiuria al Popolo, essendo Adriano inesperto allevato in Spagna, insciente delle Matterie concernenti alli Signori Principi Romani ... »
Stralcio dal manoscritto Barberini Latino 4971
= Vita, e Morte di Sisto V. Pontefice =
Num.° P.°
Nacque Sisto V. nella Marca, cioè nel Castello delle Grotte, luogo che fà 800 Anime in c.a nel Territorio di Montealto: Il Genitore si chiamò Fran.co Peretti nato in Farnese, dà dove, non sò per quale accidente partì, vedendo che non si poteva sostentare: Onde si pose in viaggio cercando altrove la sua Fortuna, che per essere miserabile non poteva vivere, essendo consueto sostentarsi con quello che guadambiava alla Giornata con la sua industria.=
Partito adunque dà Farnese se ne andò dà un suo zio. con cui consigliossi sopra il modo, che doveva tenere per vivere narrandoli ch'era esule dalla Patria, cioè da Farnese; Questo suo zio gli offerì di servire un vignarolo; mà neanco in tal modo trovandosi contento, lo pose à servire un Uomo assai ricco in qualità di Vignarolo, nel quale servigio assai si trattenne, cioè per lo spatio di più di 6 anni con gran sodisfattione del P.ne, il quale veram.e molto lo amava. Aveva il d.° suo P.ne una serva, che essendosi innamorata di Fran.co ne dispiacendoli la sud:a serva la fece chiedere in moglie, et ottenutala fù fatto il matrim.° con la med.a, che chiamavasi Gabbina, ondè fù sopranominato il Gabbanese: Dà questo matrim.° nacquero Trè figlioli, cioè due maschi, et una Femina, che fù chiamata Camilla, della quale à suo luogo parlaremo, essendo adesso duopo parlare del natale di Sisto V., che fù nel 1521 alli 13. X.bre in giorno di mercordì Festa di S. Lucia, chiarissimo Presagio, che il sud.° doveva servire per luce alla Chiesa di Christo, et illuminare tutti i Prencipi, che sono chiamati al comando de' Popoli.
Nel battesimo fu chiamato Felice, nome al certo degno di un Uomo che doveva salire all'alto, e degno grado della Felicità suprema di questo mondo: Et il Curato che lo battezzò, et il Patrino ambedue avevano il nome di Felice: onde fù che il med.° fino che in certi suoi discorsi diceva che = nel suo Battesimo aveva trovato triplicatam.te la Felicità, e si gloriava esser nato nell'Anno 1521 alli 13. X.bre, perche nel med.° anno, e giorno i Cardinali entrorono in Conclave per la morte di Leone X di casa Medici Fiorentino per crearli il successore, cioè Adriano VI. nato in Traietto, che dà il nome ad una delle Provincie Fiammenghe; elettione che fù d'ingiuria al Popolo, essendo Adriano inesperto allevato in Spagna inscio delle materie concernenti alli Sig.i Principi Romani: In questo med.° Anno 1521 nacque un'Altro Papa alli 4 agosto che fù Gio: Batta Castagna Romano,il quale succedè à Sisto V. e fù detto Urbano VII. Non si vide al mondo uomo, che al suo pari abbia fatto tante curiose osservazioni ad ogni minimo Accidente, avendo egli composto un libro dà me veduto in Venezia sopra il Bene, et il Male accadutili. Bramavano li Genitori farlo studiare, vedendolo vivace, et ingegnoso di parole tutte concettose; Onde quelli che lo pratticavano dicevano, che se avesse studiato sarebbe divenuto un grand'Uomo ed al certo profetizzarono, ma ciò vietò la povertà del Padre.
Avendo dunque stabilito servirsene per la cultura de' campi, benche il Padrino si offerisse al Padre di darli ajuto per la scola, et il medemo Felice nè stimolava il Genitore mà invano: Essendo per tanto Felice di Anni 9 Fran.co per scaricarsi delle spese, lo pose à servire un ricco contadino per Pastorello contro genio però del ragazzo, quale naturalm.e possedeva nel cuore differenti pensieri, nulladimeno obbedì al P.re, e faceva pascere il Gregge del P.ne, e spesso invigilava all'Aria la notte; Per prima governava le pecore, mà poi ò che non riuscisse al mestiero, ò per altro, fù creato Porcaro, benche averebbepiu tosto corso dietro alle Pecore, che alli Porci.
Mà in Officio sì vile non restò molto tempo. Inclinava esso quando era Giovinetto à vedere Persone civili, e particolarm.e Sacerdoti, in specie Frati; onde tosto che ne vedeva passare qualcheduno, gli correva à baciare la mano, desiderando anche esso essere come quelli. Venne il tempo che doveva principiare la sua sorte; onde nel 1531 al principio di Febrajo in cui l'Italia tutta viaggiava per essere l'incoronazione di Carlo V., che fù incoronato dà Clemente VII Medici il giorno 24 d.° che fù ad esso Carlo V. sempre felice.
Andava ne primi di Febraro in Ascoli Città celebre della Marcha il P.re Michelangelo Silvari P.re Conventuale di S. Fran.° à predicare il quadragesimale, il quale sbagliò la strada non molto lungi dalle Grotte, à segno che si ritrovò tutto confuso, e non sapendo ove andare, guardava se trovasse chi in quelle Parti gli insegnasse la via per Ascoli; Si era già accorto Felice, che quel Religioso aveva fallito il sentiero, corse tosto alla sua volta, e bagiandoli la mano gli disse = Posso io in qualche cosa = Il P.re gli rispose, che desiderava sapere se era quella la strada giusta per andare in Ascoli: Siccome Felice avea più volte battuta quella strada si esibì condurlo in camino sicuro: Onde tutto lieto, e vivace si mise avanti al Cavallo del sud.° P.re dicendoli lo seguitasse, del che restò più confuso il P.re vedendo cosi corresse quel Giovinetto Porcaro, il quale ad ogni passo si rivoltava addietro con volto ridente; credeva il P.re Michelangelo, che il d.° si fosse scordato de' suoi Porci, perche seguendo à caminare non tornava in dietro, benche l'avesse posto nel sicuro camino. Siche ringraziandolo della fatica lo persuase al ritorno, mà Felice fingendo non ascoltarlo seguitava il camino, onde forzò il sud.° P.re à dirli se forsi voleva andare con lui: Rispose il Porcaro = che voleva servirlo fino alla morte, e che egli inclinava molto à servire j Religiosi, et alle lettere, mà conoscersi nato povero troppo, e che volentieri averebbe cercato qualche Religioso, che si contentasse de' suoi piccoli servitij, che gli sarebbe stato fedele in tutto ciò, che potea, e ciò rappresentava con modo sì bello, che si conosceva, che le sue parole venivano dall'intimo del cuore.
Allora il d.° P.re il quale aveva fermato il cavallo lo ricercò se aveva volontà di farsi religioso del suo ordine = Al che rispose = di sì = ...
Stralcio dal codice Barberini Latino 14371
Nascita, Vita, e Morte di Sisto V.
Papa Sisto nacque nella Provincia della Marca, cioè nel castello detto le Grotte, che fa ottocento anime circa, posto nel territorio di Montalto, quali luoghi unitamente sono sotto la giurisdizione della Marca. Il padre di Sisto chiamossi Francesco Peretti, nato nel Castello di Farnese, che fù costretto, non so per quale accidente partirsi, vedendo che non poteva sostentarsi. Postosi adonque in viaggio ad altrove cercare sua sorte povero e miserabile non avendo da potere vivere, avezzo à sostentarsi di quello soleva guadagnare alla giornata con la propria industria. Partito pertanto da Farnese se ne andò a ritrovare un suo zio per consigliarsi del modo, che doveva tenere per vivere, raccontandoli, che era sato bandito da Farnese. Questo suo zio gli offerse di servire un vignarolo, ma nè anche in questo modo conoscendolo contento, il pose à servire un uomo assai ricco in qualità di giardiniere, nel quale servizio si tratenne più di sei anni con sodisfazione del padrone, quale veramente l'avea posto in grand'affetto. haveva questo padrone una serva quale innamoratasi di Francesco sentendolo lodar dal padrone lo fece chiamare in moglie, e seguì codesto matrimonio con la sudetta serva, che si chiamava Gabbana, onde anch'egli acquistossi il nome di Gabbanese. Da questo matrimonio nacquero trè figlij, due maschi, ed una femina, che fu chiamata Camilla, della quale parleremo à suo luogo, bisognando ora discorere della nascita di Sisto, di cui si siamo impegnati tratarne. Nell'anno 1521 adonque venne alla luce di questo mondo Sisto alli tredici del mese di Decembre, giorno dedicato à Mercurio, festa di santa Lucia. L'esser nato in giorno dedicato all'impareggiabil merto d'una Vergine, e tanto Martire chiarissimo pressaggio fu di dover servire il tenero rampolo di luce alla Chiesa di Cristo, ed illuminare tutti li prencipi, che sono chiamati al commando de popoli ...
Stralcio dal codice Barberini Latino 2585, f. 139
Ortus, et educatio
Sixti V. Vita cap. i
In eo Italiae tractu, qui Picenum appellatur, locus est maritimus, le grotte al mare, nunc vulgi sermone nominatus, cum antea Cupra maritima diceretur. Huc olim Perettus unà cum familia commigravit è propinqua admodum Montalto patria, quam, praeter alia eiusdem Provinciae loca, Fran.cus Maria, Urbinatium Dux, ob Cardinalis Alidosj necem à Leone X.° ditione exutus, hostiliter vastaverat. Erat autem Peretto Mariana uxor, è Camerino oriunda, pia in primis, ac frugi foemina: summa verò ambo inopia ac paupertate, victum sibi, liberisque in diem laborosissime quaeritabant. Hinc illi inter se mserrimum vitae suae genus quotidie lamentari, ac iam propè desperare, cum ecce sibi per quietem visa est uxor Ludovicum Efredutium Firmanorum Tyrannum, aspicere, ijsdem etiam tum deformatum vulneribus, quibus eum paulò antea Brancadoriani confecerant; ac se se his dictis alloqui: Agedum, Mariana, bono sis animo, scito te pregnantem esse, filiumque parituram, qui felix erit. Evanuit sic effata imago. Illa verò his verbis mirum in modum exhilarata, excitatur illico, ac simul coniugi per somnij speciem, ut fit, cuncta renunciat. Pepererat haud ita pridem filiolam, cui nomen Camilla, adhuc me scribente superstitem, se verò rursus concepisse, ne opinabatur quidem. Nihilo igitur, maiori in praesentia, quàm merum somnium, excepta haec fide. Atqui ubi mox illa gravidam se re vera sentiens, Peretto significavit, statim reminisci somnium, totique continuò vulgare viciniae; et quidem adeò confidenter, ut nemo satis mirari posset, hominem alioqui minimè imprudentem, hac in re tam ridiculè ineptire. Agebantur haec M.D.XXI.salutis anno, cum tandem Idibus Decemb. Luciae sacris, vacante tum fortè Petri sede, enititur Mariana filium, cum tamè primò foeminam, deinde marem, tertio idem foeminam ad (en) diem peperisset. Tum verò Peretti opinio, et simul de eo omnium increbuit fabula; et maximè ex quo salutis lavacro admotum puerum, Faelicem omnino voluit nominari. Patebat nimirum omnibus Peretti inopia, eo praesertim tempore plane summa ac miserabilis ...
(il testo prosegue, praticamente uguale agli altri analoghi, fino alla fine degli episodi ricordati)
Stralcio dal ms. Barberini Latino 5372 cc. 98-104
Discorso al card. Montalto ...
Composizione in vulgar Italiano da Ill.mo Sig.r Car. Ascanio Colonna
....Dirò dunque, che avendo la S:ta me: di Sisto Quinto sodisfatto primieram:te si poco à codesta Città, dato tanto disgusto alla corte, non compiaciuto a molti Prencipi Christiani, et in part:re tenuto si poco conto di un Re tanto Catt:co come quello di spagna, che deve V. S. Ill:ma con una sola elettione procurare rimediar a tanti pericoli, che li soprastano, procurando di metter prima in sicuro il Stato delle cose sue, obligarsi q.sta Città, che tanto hà scoperta inimica della posterità di Sisto, sodisfar alla Corte con darli soggetto, che ne habbia da rimanere in tutto sodisfatta, procurando elegere per Papa homo tale, che sodisfacendo à tutti li sop.tti rispetti, sia utile à lei per metter in stato sicuro tutte le cose sue, et grato à tutti li Prencipi, et in part:re alla M:tà del Re di Spagna; Et se bene ogn'uomo che hà prattica della buona mente et capacità di V. S. Ill:ma possi rimaner sicuro, scorgerà comularsi tutte queste qualità solo nella persona del Cardinale Marcantonio (Colonna) ... Ma chi hà prattica della prudenza di V. S. ill:ma et conosce li interessi suoi, et affetti, et passioni degl'altri non può cadergli in pensiero che questa sola attione, che loro intentassero, non sia per farli voler'altro Papa, che Colonna, per che si come è vero che V. S. Ill:ma hà una sorella in casa Orsini, et una in casa Colonna, et che tanto l'è cognato l'uno quanto l'altro, è anco vero, che il S.r Don Virginio no ricerca il Papato per uno, che sia di Casa sua ò a se congionto, lo domanda solo in persona d'altri per gratificar altrui ... Parmi di haver mostrato chiarissimam:te che V. S. Ill:ma con ogni raggione debba favorir più tosto Colonna, che altro Card:e ness.° per le sopr:tte raggioni.
Le Creature del Zio di V. S. Ill:ma si potria dire che fussero ben'affette al suo servizio, et la ragg:e lo vorria, ma non havendo altri voti, che li suoi non ponno riuscire, et se saranno aggiutati d'altra fattione, bisognarà che diano sodisfatt:ne à quelli, che li haveranno dato aiuto per ascender'à questa dignità, li quali ò siano di Pio iiij. ò di Pio v. ò di Gregorio dependeranno da quel Prencipe, che li conduce à questa attione, et per conseguenza obligato à i tali che continuaranno nel lor mal animo verso Casa sua, del che può esser ben chiaro essempio nellla mem:a di V. S. Ill:ma l'essempio del Card:le Aless.no essendo il Papa suo Zio, sua creatura per dimostrarli quanto più possa nelli huomini la natura, che l'obligatione ...
Manoscritto dalla collectio Campilli dell'ASR
«L'anno 1586. Sisto Quinto di fel: me: essendoli proposto da Ascanio Finizio Architetto di Urbino di desiccare le Paludi Pontine, così chiamate dall'Isola di Ponza vicina, ordinò per Suo Chirografo sotto la data delli 21. di Marzo di detto anno 1586. alla Rev:da Camera Ap.lica, che concedesse, come concesse in nome suo, e delle Communità, Chiese, Monasterj, Ospedali, Luoghi Pii, Duchi, Baroni, Signori, ed ogni altra Persona privata, e particolare interessata, tutti, e singoli Terreni, paludosi, acquosi, inculti, e che per qualche parte dell'anno erano ricoperti, ed infestati dalle acque, e da cinque anni in là non erano stati buoni a seminare, ne segare a buoni Prati, con tutti li alvei, Fiumi, Fossi, Laghi, Stagni, in essi contenuti sino al Mare, esistenti nelli Territorj di Sezza, Piperno, e Terracina, da confinarsi con un Circondario, con obligo di cominciare la bonificazione fra due Mesi, et averla finita fra quindici anni, e di pagare alla detta Camera, Communità, ed altri Padroni interessati come sopra quel tanto, che li detti Padroni ne cavavano di risposta, o di affitto, durante la detta bonificazione, e quella finita fosse in arbitrio de Bonificatori, o di continuare di pagare detta risposta, ed affitto, o darli tanto Terreno bonificato, e fruttifero, che desse di entrata il valore di detti affitti, e risposte, che ne cavavano, e di più cinque, e mezzo per cento di detta bonificazione, e desiccazione alla Rev: Camera di tutti li Terrreni, beni, e luoghi compresi nelli Confini, e circondario di detta bonificazione da distribuirsi ad arbitrio di Nostro Signore, con tutti l'Interessati, e con la condizione a favore de Bonificatori, che in principio si stimassero tutti li Terreni predetti, e convicini, e circondanti alli compresi nella Bonificazione, li quali erano prativi, e lavorativi, e pativano di acqua, et a beneplacito di essi Bonificatori fatta in tutto, o in parte la detta bonificazione, si facessero ristimare li medesimi Terreni, che restavano intorno come sopra, e di quello si trovassero valere di più, farne pagare la metà di tale miglioramento alli detti Bonificatori, e con altri patti, e Capitoli, come nell'Istromento fatto in piena Camera sotto li 24. del detto Mese di Marzo 1586. per gli atti allora di Tideo de Marchi Notaio di detta Camera, dato da Me altre volte, e che è il medesimo riferito nell'altra Congregazione da Monsig.r mio Teodoli.
Il suddetto Ascanio Finitij fatto l'Istromento distinguendo il negozio in soldi venti nominò
Mons.r Capponi per s. 6: -
Gasparo Garzoni per s. 6: -
Conte Fulvio Rangoni per s. 2: -
Card.l Montalto per s. 4: -
restando per allora in se stesso s. 2: -
Mons.r Capponi delli sei suoi soldi cedè a
Gio: del Giglio s. 1: -
Mons.r Tanari s. 3: 3/4
Mons.r Orsini s. -: 1/4
Mons.r Cansacchi s. -: 2/4
Gasparo Garzonio delli suoi sei soldi cedè a
Annibale del Giglio s. 1: -
Gio: del Giglio s. 1: -
Lelio Barigiani s. 1: -
Carlo Leoncini s. -: 1/4
Marc'Antonio Incasati s. -: 1/4
Tadeo Santi s. -: 1/4
Mons.r Tanari s. -: 1/4
per se stesso si riservò s. 2: -
E di poi fecero li sopraddetti altre nominationi, e cessioni, tanto che per quello si dice resta oggi il negozio nell'infrascritti, cioè
Eredi del Cardinal Montalto, che è il Sig. Abbate Peretti per s. 4: -
Tommaso Lutioli per s: 5: 1/4
Gio: del Giglio per s: 2: -
Annibale del Giglio per s. 1: -
Marc'Antonio Incasati per s. 1: -
Lelio Barigiani per s. 1: -
Duca Altaemps per s. 1: -
Gaspare Garzonio, e Gio: Batta suo figlio per s. 2: -
Mons.r Orfino per s. -: 3/4
Padri di S: Biagio dell'Anello di Roma eredi di Ginevra Salviati per s. -: 2/4
Mons.r Canzacchi per s. -: 2/4
Eredi di Taddeo Sarti per s. -: 1/4
Eredi di Carlo Leoncini per s. -: 1/4
Eredi di Ascanio Finitio per s. -: 2/4
In tutto s. 20: -
Di più li Bonificatori donorno come si dice al Card.l Pallotto vecchio rubbia 100. di Terreno senz'obligo di contribuir alle spese, e nella pianta si nota Tenuta del Cardinal Pallotto.
Fatte le sopraddette nominazioni, e cessioni, e fatto il Circondario, il quale secondo riferiva il Breccioli Architeto è di rubbia 11. mila, e fatta la misura, e stima delli Terreni adjacenti
Fu cominciata la bonificazione, et in termine di tre anni fecero li Bonificatori nuovi alvei, e Fiumi, cioè Fiume Traverso, Fiume Sisto, Fiume Nuovo, et altri Fiumi, e lavori con progresso, e speranza di totale bonificazione, di modo che tirorno il medesimo Sisto Quinto a veder la detta bonificazione, e suoi Fiumi, e lavori, come in effetto il detto Pontefice andò alli 15. di Ottobre 1589. a vedere la detta bonificazione, e di più seguitando li Bonificatori a bonificare, arrivorno a seminare il bonificato con buonissimo frutto, e raccolto, ma poi avendo li Bonificatori, in questo poco accorti, l'Agosto dato fuoco alle stoppie secondo il solito, il Fuoco non solo abbrugiò le stoppie, ma la Terra del fondo istessa, da che ne seguirono due pregiudizj, uno, che la Terra diventò cenere, e restò poco atta a seminarsi, l'altro, che per l'incendio s'abbassò la superficie, et altezza della Terra con la perdita delli scoli, e col danno delle sortive.
Et essendo poi morto il Pontefice, ed anche essendo morti molti Bonificatori, e molti avendo vuotato le borse, e divenuti stracchi, ed impotenti di spendere, li Bonificatori, come si dice, divisero tra di loro la Tenuta del Pantano del'Orto, che è frà il Portatore, e Fiume della Torre, e via Appia, et altre Tenute, e Terre della Bonificazione, et al Card.l Montalto toccò una parte vicina al Fiume Portatore di r.a 400. nella Tenuta di Carrara, al Card.l de Pepoli cessionario, e successore di Mons.r Tanari rubbia 550. nella detta Tenuta del Pantano dell'Orto, r.a 200. nella Tenuta di Carrara, e r.a 300. nella Tenuta di Frasellone, che
in tutto fanno r.a 1050., al Card.l Pallotto le sue r.a 100, vicino alla Cavatella, e via Appia, et al Garzonio, Gigli, Orfino, Altaemps, et altri le sue Porzioni, a ragione tutti di r.a 200. per soldo; Talche furono divise in tutto, come si dice, r.a 4100. comprese le r.a 100. del Card.l Pallotto, restando molte altre Tenute, e Terre in comune tra essi Bonificatori, con legge, che ognuno guardasse il suo, e di contribuire poi tutti alle cose comuni, Mà però li Card.li Montalto, e Pallotto si dice, che non hanno contribuito, perche siano stati esentati da principio dalli Bonificatori, e Tommaso Lutioli ha preteso, e pretende egli ancora non esser tenuto a contribuire alle spese, per aver comprato la detta parte di Pepoli, come libera dalla Cong.ne de Baroni.
Durò il negozio sotto questa legge tutti li quindici anni, che finirono in tempo della santa memoria di Clemente Ottavo.
Nel fine di detti quindici anni con il favore del Card.l Montalto ottennero li Bonificatori una proroga a quindici altri anni per Chirografo di detto Clemente, e continuorono sotto le medesime leggi, governo, e modo con poca utilità, et accrescimento della bonificazione, anzi con diminuzione, e si governò sempre con la giurisdizione, e deputazione di un Prelato, e poi ultimamente del Card.l Piatto, e dopo di lui del Card.l Serra, deputati per Breve dal Papa a nominazione delli Bonificatori.
Finiti gli altri quindici anni prorogati come di sopra nel tempo del Pontificato di Paolo Quinto, le Communità, et altri Padroni delle Tenute, e Beni della bonificazione, pretesero la
caducità, e risolutione del Contratto contro li Bonificatori, e fù deputata dal Papa una Congregazione di tre Cardinali, cioè Bandino, Filonardi, e Lancellotto, li quali avendo inteso le Parti, e visto le ragioni, vennero in parere, fuisse locum resolutioni contractus ad favorem Communitatum, et aliorum Dominorum Tenutarum, sed videretur de Melioramentis, e di poi in un altra Congregazione fù risoluto dandam esse immissionem in Communitatibus, et aliis Dominis, nisi infrà Mensem Bonificatores docerent de Melioramentis.
Fatte queste risoluzioni, il Sig.r Card.l Lancellotto d'ordine della Congregazione andò a far la visita di dette Paludi, e vedere li Miglioramenti.
Dopo questa visita non si fece altro solo, che molti bonificatori, li quali non godevano, abbandonorno più il negozio, restando però il Cardinal Montalto con le sue Tenute, Tommaso Lutiolo, il quale comprò dalla Congregazione de Baroni le Tenute di Pepoli, et è in luogo suo, il Card.l Pallotto, Garzonio, et altri, ciascuno nelle sue.
Nel Pontificato di Gregorio XV.° continuò la medesima Congregazione, et in luogo del Card.l Lancellotto morto, e del Card.l Filonardi, furono deputati li Cardinali Ubaldino, e Sacrato, e di Ordine di essa Congregazione andò a visitare le Paludi Pontine l'E.mo Sig.r Card.l Spada allora Prelato con il Segretario di quel tempo, quale fece visita esattissima con Architetti, Misuratori, e fù fatta la Pianta, che si vede, procurata da me di avere nel principio del Pontificato con molto studio, e perchè ci sono li Padroni delle Tenute, che devono avere
li Canoni, e risposte ascendenti l'anno alla somma di scudi 1648. notati in una Lista, la Congregazione pigliò la cura di affittare le Peschiere, e con l'Affitto di esse, pagare li detti Canoni e risposte.»
«Instrum.tum divisionis rubr. 2000. circiter de mense Julii 1589. per acta Teuli Not.»
«Il Canone, ò sia annuo Censo sopra le Peschiere ò Paludi Pontine e stato ceduto all'Arch.le sin dalli 12 Mag.o 1727 per scudi 786= 80, e nell'Instr.to, si dice soltanto, sopra le Peschiere, ò Paludi Pontine, senz'altra individuazione, che è quanto il Can.co Arch.to di S. Spirito deve in esecuzione de venerati comandi dell'Ill.mo (?) Campilli, e pieno di nova stima, et ossequio si rassegna
S. Spirito 28 Ag.to 1762»