Doc. n. 52 - Il Patriarca di Gerusalemme da Montalto, il 3 giugno 1589, al Card. Montalto. ASV, SS. Francia, 25, f. 319r
Per questo ordinario non ho che dire altro a Vostra Signoria Illustrissima se non che ho ricevuto il mandato delli cinquecento scudi la settimana, coquali si potranno tirare inanzi queste fabriche con qualche progresso, et adesso si attende gagliardamente a far munitione di legno per le fornaci, per haver buona quantità di mattoni et calcine, ch'é la maggior difficoltà che s'habbia qui.
Il Signor Antonio Porto, mi scrive, che Nostro Signore s'è alterato molto perché havendo io scritto per un capomastro da Roma, habbia poi capitulato con un altro di qui. Questo l'ho fatto per dar tanto più presto principio a questa chiesa, ma non s'è però escluso il capomastro di Roma, il quale potrà entrare o in compagnia di questo, o solo se siamo d'accordo, come io sia in Roma, perche questo lo haverà sempre, che ne piacerà, et volendolo ritenere non gli mancare da fare. Mastro Domenico venne qua. Io lo volsi ritenere, ma mi disse, che era venuto solo per vedere il lavoro, che si havea da fare, et tornarsene a Roma per dar ordine alle cose sue, et restassimo in appuntamento, che in Roma concludessimo qualche s'havesse da fare. Et intanto non è se non bene, che non si perda tempo, che questo ch'é qui attende tuttavia a caminare inanzi con i fondamenti, et si mettono in opera di queste materie di chiese ruinate, che altro non havemo se non dei sassi vivi di questo monte. Questa settimana, che viene, il Governatore darà una volta ad Arimino per fare le nozze della Figlia, et subito tornato io darò una scorsa a Loreto, et di là me ne tornerò a servir Vostra Signoria Illustrissima che altro più non desedero, et in tanto la supplico a continuarmi la grazia sua nella quale humilissimamente mi raccomando et le bacio con ogni riverenza le mani.
Fabio Patriarca di Gerusalemme