DECRETO DI SISTO V DI EREZIONE DEL PRESIDATO DI MONTALTO (*)
- Scritto da Vincenzo Catani
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Ormai papa Sisto procedeva spedito nella glorificazione della sua Montalto: dopo averla creata città e centro di diocesi, ora le concede di essere centro giuridico e amministrativo del Presidato (il Preside era anche Governatore), nella Bolla che porta la data del suo compleanno, il secondo che celebrava come Papa: 13 dicembre 1586. Sisto V sottrasse il nuovo Presidato dalla soggezione del Governo di Macerata e dalla contribuzione alla spesa della Provincia della Marca.
A Montalto risiedeva il Preside e Governatore, oltre ad un collegio di notai civili e criminali con relativo Archivio e nel palazzo del Governo si facevano le assemblee generali. Gli abitanti del Presidato vennero esentati dal pagare le tasse a Macerata e fu loro concesso il libero commercio per un raggio di quaranta miglia da Montalto senza i soliti aggravi di dazi e gabelle e con il confinante Regno di Napoli.
Il Presidato di Montalto era diviso in tre zone: la zona montana con Force, Montelparo, S. Vittoria, Montefortino, Montemonaco, Montegallo; la zona marina, con Monterubbiano, Montefiore, Ripatransone, Offida, Castignano, Cossignano; la zona di mezzo con Montalto, Porchia, Patrignone, Montedinove e Rotella. Ognuna di queste zone eleggevano tre rappresentanti al Governo del Presidato che duravano in carica due anni e resiedevano a Montalto.
Il Presidato fu soppresso dal governo napoleonico e al suo posto fu concesso a Montalto, nel 1816, di essere centro di Distretto.
Nella lunga serie cronologica dei Presidi di Montalto, iniziata dal milanese Giulio Scalefato, si contano 79 nomi (fino al 1810) e 15 Governatori secolari del Distretto dal 1816 al 1860.
SISTO PP. V
A perpetua memoria
Avendo noi recentemente decorato Montalto, patria nostra carissima, del titolo di città e fatto in perpetuo il dono di cittadinanza a tutti indistintamente i suoi ossequientissimi abitanti, conviene ora che concediamo ad essi e alle terre del nostro Presidato quanto riguarda il felice stato e la loro comune utilità e comodità. Con "motu proprio", pertanto, stabiliamo e ordiniamo che il governo delle città e terre di detto Presidato debba essere in perpetuo nella stessa nostra città di Montalto e i Governatori pro tempore di tale Presidato sono tenuti ad abitarvi stabilmente e ad amministrarvi la giustizia.
Concediamo perciò alle anzidette città e terre un perpetuo Governo distinto e separato, liberando tutte e singole città, terre e persone e quanti hanno in esse domicilio o residenza abituale dal governo e dal regime della provincia della Marca, in modo che in avvenire le terre e le città di tale Presidato non siano mai soggette né alla Congregazione provinciale né al contributo delle spese fatte dalla detta provincia della Marca; e i provinciali di tale provincia paghino le loro spese; e quelli che sono soggetti al governo di tale Presidato sono obbligati soltanto al pagamento delle spese proprie o di quelle che saranno deliberate in avvenire nelle Congregazioni che avranno luogo nella stessa città di Montalto nei modi e nelle forme qui in uso da sempre. E affinché il detto governo si mantenga più saldo, stabiliamo anche e ordiniamo che debbano sempre abitare nella stessa città di Montalto alcuni notai sia civili che criminali e devono impiantare qui un archivio nel quale siano conservate con ogni cura, fedeltà e diligenza tutte le scritture spettanti a detto governo, e che tale archivio e tali scritture non devono mai essere rimossi di lì sotto pena della perdita del loro ufficio. Tali notai, poi, al termine di ciascun governatorato devono essere sottoposti a sindacazione e rendere conto dell'amministrazione ai Sindaci delegati dalla stessa Congregazione del Presidato.
E al fine di conservare, per quanto possibile, l'abbondanza in tali città e terre del Presidato, chiunque, senza essere soggetto al predetto governo, possegga dei beni nel territorio del Presidato, non potrà asportare o fare asportare da là qualsiasi quantità di grano, se prima non avrà assicurato il rilascio della terza narte del prodotto da porsi in vendita al prezzo corrente.Inoltre dovendo le città, terre e luoghi soggetti al detto Presidato pagare lo stipendio e i salari al Governatore e agli Ufficiali del medesimo governo, liberiamo ed esimiamo in modo assoluto tali terre, città e luoghi e loro abitanti dal pagamento che essi sono soliti fare per la provvisione e stipendio del Governatore e Ufficiali della nostra città di Macerata.Concediamo anche alle terre, città e luoghi di detto Presidato la facoltà di eleggersi il Podestà a questa sola condizione: che tale elezione debba essere confermata, senza eccezione o ritardo, dalla Sede Apostolica.
E affinché la popolazione di detto Presidato goda maggiore abbondanza, permettiamo alle stesse terre, città e luoghi di comprare liberamente e senza impedimento di sorta grano del Regno di Napoli in qualunque luogo potranno acquistarlo con maggiore comodità e a loro piacere e di condurlo o farlo condurre alle loro città, terre e luoghi senza chiedere permesso ad alcuno.
E liberiamo ed esentiamo da qualsiasi tributo, dazio, dogana, gabella e pedaggio tutti quelli che vorranno condurre a Montalto cose, beni e merci di qualunque genere per lo spazio di quaranta miglia intorno a detta città, eccetto la dogana di Ancona e le altre dogane per le merci che dall'estero saranno trasportate per mare. Resta perciò vietato in modo assoluto ai conduttori, esattori e appaltatori di detti tributi, dazi, dogane, gabelle e pedaggi di recare il minimo danno alle predette persone e alle loro cose, merci e beni o di esigere qualcosa da essi in merito alle medesime cose e merci sia nell'andata che nel ritorno.
E poiché le nostre terre di Montefortino e Montemonaco non erano prima comprese nel numero delle altre terre del detto Presidato, vogliamo che esse in futuro siano perpetuamente aggregate a detto Presidato e in virtù della presente bolla le aggreghiamo, con il godimento degli stessi privilegi, immunità, esenzioni, prerogative e altri favori che godono ed hanno o godranno e avranno in futuro le altre città, terre e luoghi di detto Presidato, liberandole del tutto e togliendole dal governo e dalla congregazione della provincia della Marca e dalla Prefettura montana.
Vogliamo infine e comandiamo che siano osservate inviolabilmente e in perpetuo le lettere di libero commercio da noi concesse, e confermiamo e ordiniamo che si osservi nel modo e forma del decreto fatto dalla Congregazione: che tutte le città, terre e luoghi soggetti a tale governo abbiano un unico sistema di peso e misura camerale, soggiacendo a quelle pene che il Governatore crederà di imporre. Approviamo ancora e confermiamo tutti e singoli i privilegi, esenzioni, prerogative, Bolle e altri favori concesse finora da noi e da altri romani Pontefici, nostri predecessori, alle città, terre e luoghi predetti, tanto in materia di grano che di qualsiasi altra merce, purché tali concessioni siano passate all'uso; a tutte aggiungiamo forza di stabilità inviolabile: che tutti, cui spetta o spetterà in qualunque modo in futuro, le osservino scrupolosamente che in questo senso siano dovunque giudicate e definite da tutti ì giudici ordinari o delegati, anche dagli Uditori del nostro Palazzo Apostolico e dai Cardinali di S.R.C., fossero pure Legati "a latere", privandoli di ogni facoltà e autorità di giudicare e interpretare in altro senso. E decretiamo irrito e nullo ogni cosa si tentasse in contrario da chiunque, con qualsiasi autorità, scientemente o per ignoranza...
Dato a Roma, presso S. Pietro, sotto l'anello del Pescatore, il 13 dicembre 1586, anno secondo del nostro Pontificato.
SIXTUS PP V
POSTQUAM NOS nuper patriam nostram carissimam Montis Alti debito civitatis titulo decoravimus, ispiusque incolas et habitatores nostri obsequentissimos civitate perpetuo donavimus, id in praesentiarum nobis agendum est, ut illa eis ac terris nostri praesidatus concedamus, quae felicem statum et communem utilitatem et commoditatem eorum concernere dicuntur; motu itaque proprio statuimus et ordinamus quod gubernium civitatum et terrarum dicti Praesidatus apud eamdem nostram civitatem Montis Alti perpetuo esse debeat; et pro tempore existentes dicti Praesidatus gubernatores perpetuam ibidem residentiam tacere, et iustitiam administrare teneantur. Concedimus propterea ipsis civitatibus ac terris perpetuum gubernium distinctum et separatum, liberantes omnes et singulas praefatas civitates ac terras ac personas, incolas et habitatores earumdem a gubernio et regimine provinciae Marchiae, ita ut, perpetuis futuris temporibus, terrae et civitates ipsius Praesidatus nec congregationi provinciali nec contibutioni expensarum per dictam provinciam Marchiae facendarum adstringantur; ac provinciales dictae provinciae suas expensas solvant, et subiecti gubernio dicti praesidatus, debeant dumtaxat solvere expensas, quas facient, quaequae ordinabuntur in eorum congregationibus apud eamdem civitatem Montis Alti perpetuis futuris temporibus fiendis, eisdem modo et forma, quibus ibidem antiquitus factum fuit. Ut autem dictum gubernium firmius subsistat, statuimus et ordinamus quod notarii, tam civiles quam criminales, debeant continuo habitare in eadem civitate Montis Alti, et inibi unum archivium erigere, ubi cum magno studio, fidelitate et diligentia conserventur omnes scripturae ad dictum gubernium spectantes, ipsumque archivium et scripturas inde nullo modo amoveri possit, sub poena privationis eorum officiorum; ipsique notarii in fine cuiuslibet gubernii syndicatui stare, et de administratis, syndicis, ab ipsa praesidatus congregatione deputandis, rationem reddere. Et ut rerum abundantia in dictis civitatibus et terris praesidatus, quantum fieri potest, existat, statuimus quod nullus praedicto gubernio minime subiectus, possidens bona in terris praedictis, possit inde extrahere seu extrahi facere aliquam grani quantitatem, nisi prius sibi reliquerit tertiam partem, quam pro pretio currenti vendere debeat. Praeterea, cum civitates et terrae ac loca dicti praesidatus gubernio subiecta, stipendium et salarium gubernatori et officialibus eiusdem gubernii persolvant, ipsas terras, civitates et loca earumque personas a solutionibus custodiarum ab ipsis fieri solitis pro provisionibus seu mercedibus gubernatoris et officialium civitatis nostrae Maceratensis, prorsus liberamus et eximimus. Necnon terris, civitatibus et locis dicti praesidatus facultatem eligendi eorum praetorem concedimus, ita tamen ut electio huiusmodi per Sedem Apostolicam, absque aliqua retardatione et exceptione, confirmari debeat. Et ut homines dicti praesidatus maiori cum rerum copia vivere possint, ipsis terris, civitatibus et locis indulgemus ut libere et absque ullis impedimentis possint emere granum Regni Neapolitani, ubi id commodius facere poterunt et eis benevisum fuerit, ac illud conducere et conduci facere ad eorum civitates terras et loca, nullius ad hoc requisita licentia. Eos quoque liberamus et eximimus ab omnibus vectigalibus, datiis, doganis, gabellis et transitibus, qui res, bona et merces cuiusvis generis ad dictam civitatem Montis Alti, excepta tamen dogana Anconae et aliis doganis pro rebus extra Statum per mare transportandis; inhibemus propterea dictorum vectigalium, datiorum, gabellarum et transituum huiusmodi conductoribus, exactoribus et appaltatoribus ne personas praedictas, eorumque res, merces et bona quoquo modo molestare, aut ab eis quidquam, ratione earumdem rerum et mercium, tam in eundo quam redeundo, exigere praesumant. Et quia terrae nostrae Montis Fortini et Montis Monachi dicti praesidatus gubernio subiectae, non erant primitus aggregatae numero aliarum terrarum dicti praesidatus, volumus ut illae in futurum sint perpetuo aggregatae dicto praesidatui, prout illas per praesentes nostras aggregamus, gaudeantque, eisdem privilegis, immunitatibus exemptionibus, praerogativis et aliis gratiis, quibus aliae dicti praesidatus civitates, terrae et loca gaudent et potiuntur, et gaudere et potiri poterunt quomodolibet in futurum, liberantes eas prorsus in eximentes a gubernio et congregatione provinciae Marchiae et praefectura Montaneae. Postremo litteras liberi commercii a nobis concessas inviolabiliter et perpetuo observari volumus et mandamus: necnon decretum a congregatione factum quod omnes civitates, terrae ac loca dicto gubernio subiectae debeant habere unum et idem pondus et mensuram, vidilecet cameralem, sub poenis a gubernatore imponendis, confirmamus et observari mandamus, modo et forma quibus supra. Necnon omnia et singula privilegia, exemptiones, praerogativas, bullas et alias gratias civitatibus, terris et locis praedictis per nos et alios Romanos Pontifices praedecessores nostros hactenus quomodolibet, tam in materia gravi quam cuiusvis alterius rei concessas, quatenus sint usu receptae, approbamus et confirmamus illisque perpetuae et inviolabilis apostolicae firmitatis robur adiicimus, ac illa et illas ad quos spectat et in futurum quomodolibet spectabit, inviolabiliter observari debere. Sicque per quoscumque iudices ordinarios et delegatos, etiam causarum Palatii Apostolici auditores, ac S. R. E. Cardinales, etiam legatos de latere, sublata eis et eorum cuilibet quavis aliter iudicandi et interpretandi facultate et auctoritate, ubique iudicari et diffiniri debere; necnon irritum et inane quidquid secus super his a quoquam, quavis auctoritate, scienter vel ignoranter, contigerit attentari, decernimus. Non obstantibus felicis recordationis Bonifacii Papae VIII praedecessoris nostri, de una, et concilii generalis de duabus diaetis, dummodo ultra tres diaetas aliquis auctoritate praesentium ad iudicium non trahatur; necnon recolendae memoriae Pii Papae IV, etiam praedecessoris nostri, de registrandis gratiis Camerae Apostolicae intereresse concernentibus in eadem Camera, intra certum tunc expressum tempus; ac aliis contitutionibus apostolicis, et quatenus opus sit, nostra de non tollendo iure quaesito; privilegiis quoque, indultis et litteris apostolicis in contrarium quomodolibet concessis, approbatis et innovatis. Quibus omnibus, etiamsi de illis eorumque totis tenoribus specialis et expressa men-tio, seu quaevis alia expressio habenda aut aliqua alia exquisita forma ad hoc servanda foret, eorum tenores praesentibus pro expressis habentes, illis alias in suo robore permansuris, hac vice dumtaxat, specialiter et expresse derogamus, ceterisque contrariis quibuscumque. Volumus autem quod earumdem praesentium transumptis, etiam impressis, manu alicuius notarii pubblici subscriptis et sigillo cuiusvis personae in dignitate ecclesiastica munitis, eadem prorsus fides exibeat ubilibet in sud., et extra, quae juris........
Datum Romae apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die XIII decembris MDLXXXVI, pontificatus nostri anno secundo.
Originale in pergamena presso l'Archivio Comunale di Montalto;
Bullanum Romanum, IX, pp. 254-256; testo del documento presso l'Archivio Segreto Vaticano, Secr. Brev. 123, ff. 85-86.
(*) In: V. Catani, La Chiesa Truentina, Op. cit., pp. 82 -87