Montedinove
Sorge su di un colle a 561 m.s.l.m, in Provincia di Ascoli Piceno.
Sul suo toponimo si è scritto molto; le ultime indicazioni legano il nome alla scomparsa città di Novana, (Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, libro III, cap. XIII), compresa nel Picenum. L’ipotesi è supportata da numerosi ritrovamenti archeologici riferiti al periodo.
Un primo nucleo abitato in cima al colle può essere riferito al 578. Successivamente, nel 1099 l'abate di Farfa Berardo III lo fornì di una cinta muraria e di due porte, Porta de' Monti e Porta Marina.
Fu assediato nel 1240 da Re Enzo, figlio di Federico II di Svevia, Montedinove resistette per due anni; a ricordo di questo 'Porta Marina" venne denominata "Porta della Vittoria".
Dal 1279 godeva di autonomia comunale. Fu parte del Presidato Farfense e nel 1586 Sisto V lo inserisce nel Presidato di Montalto che finì con il Regno Italico.
Nel 1619 viene costruito un convento per i Frati Minori osservanti Riformati con santuario dedicato a San Tommaso di Canterbury La struttura urbana, le strette vie che caratterizzano il centro del paese e la sua cinta muraria, sono a testimoniare lo sviluppo che ebbe Montedinove nei secoli XIV e XV.
Di interesse
LA CHIESA DI S. LORENZO Costruita sopra i resti di un edificio più antico del quale possiamo scorgere le tracce di una costruzione in pietra, riferita al primo insediamento, ad opera dell’architetto Ticinese ma domiciliato a Montedinove Pietro Maggi. Decorazioni di Domenico Fontana, anche esso ticinese.
IL PALAZZO COMUNALE con porticato a triplice arco, due a tutto sesto ed uno a sesto acuto, sovrastato da un originale campanile a vela.
LA CHIESA SANTA MARIA DE' CELLIS Costruita su preesistenze riferite al X secolo, con portale gotico datato 1358 che reca elementi in cui si riconoscono simbologie templari. Nel suo interno si possono ammirare un affresco del Paganini, Madonna della Misericordia e, dietro l'altare, uno splendido crocefisso del 1300.
IL CONVENTO DI SAN TOMMASO DI CANTERBURY L’aspetto odierno è della metà del XVIII. Fu costruito fuori le mura, dove già esisteva una cappellina dedicata a S. Tommaso, edificata dai Farfensi un secolo prima e che custodiva le reliquie del Santo portate in loco da un monaco inglese nel 1509. La facciata della Chiesa presenta un porticato a cinque archi; l'interno è a navata unica con un soffitto a cassettoni. Da visitare il chiostro del convento.
Inoltre ricordiamo: i lavatoi comunali, le "fontanelle dell'acquedotto del Polesio", lo stemma della congregazione dei "sutores" (sarti) del secolo XIV e la caratteristica ed elegante loggetta del sec. XV.; " la Porta della Vittoria"del secolo XII e i ruderi della torre medievale anch'essa risalente al secolo XII.