Giovedì, 14 Novembre 2024

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Porculae et eius districtus visitatio - Die XI Novembris 1573

Indice articoli

In sacrestia siano dorati entro tre mesi uno dei tre calici della chiesa, il calice, la patena di D. Antonio e quanto prima si consacrino quelli sconsacrati e uno dei due calici, consacrati e approvati come sopra, sia usato, mentre l'altro quanto prima sia risistemato alla base per la frattura esistente. Entro tre mesi si facciano otto corporali simili, e quanto prima siano puliti gli altri corporali qui trovati. Entro due mesi si collochi l'immagine del Crocifisso sulla croce di rame esistente e si pulisca la croce stessa; si faccia una piccola croce, almeno di legno per i moribondi. Si acquisti un turibolo di oricalco  (particolare lega bronzea n.d.t.) e si pulisca la navicella, si acquisti un aspersorio anch'esso di oricalco; quanto prima si tolga dalle vesti sacerdotali le frange inutili e dalle pianete si tolgano le croci poste dietro; entro tre mesi si faccia un nuovo indumento sacerdotale di lino, con stola e manipolo. Entro quattro mesi si acquistino un vaso, almeno di vetro, di forma diversa dal calice per dar modo ai laici di purificare, un piccolo tabernacolo portatile d'argento e fra sei mesi una pianeta nera di ciambellotto, oltre ad un nuovo baldacchino di seta rossa fra tre mesi da parte della Confraternita del S.mo Sacramento e il vecchio baldacchino si trasformi in palliotto per l'altare maggiore. La sacrestia sia intonacata e imbiancata entro l'anno. Siano messe le mensole alle finestre e quanto prima si sistemi una tendina di lino. Fra sei mesi si collochi sul leggio un panno almeno di colore rosso.

La chiesa sia intonacata e imbiancata entro due anni, preso atto della grande povertà della stessa, e sia demolito il tabernacolo all'altare di S. Vincenzo e Sebastiano, e alle finestre en­tro sei mesi si collochino tendine di lino.

Sull'altare maggiore si dipingano i gradini e si ripuliscano le figure degli Angeli, si metta il   palliotto di cuoio dorato entro sei mesi e si acquisti al mercato di Recanati una "pace" dipinta con il vetro davanti; quanto prima si sistemi la predella .

Per la morte del Rettore è vacante l'altare di S. Luca dal 25 luglio: entro tre mesi si prov­veda a dipingere gli scalini e la croce, tovaglie, pietra sacra, candelieri di ferro, palliotto al­meno di tela dipinta e di una nuova predella di legno. È meglio unire questo altare alla chiesa, che è povera.

Rettore dell'altare di S. Benedetto è Don Adriano, uno dei Rettori suddetti per dispensa del Vescovo. La chiesa distrutta di S. Benedetto fu traslata e il rev. Visitatore ha ordinato di destinare le macerie ad un luogo pio, a scelta del Vescovo, e di erigere la croce entro il mese. Fra quattro mesi sia fornito di palliotto di cuoio dorato e scalino.

Si metta una bella immagine sulla parete dell'altare di S. Egidio, ben ornata tutt'intorno.

tatem S.mi Corporis Christi, ac de baldachino veteri fieri pallium altari maiori. Sacristia in­crustari et dealbari infra annum. Gradum fenestrae aptari, et speculum fieri lineum quam primum. Lectorili pallium saltem ... rubeum infra sex menses.

Ecclesiam incrustari et dealbari infra biennium attenta maxima paupertate ipsius ecclesiae et tunc ciborium sanctorum Vincentii et Sebastiani demoliri, fenestris specula linea fieri in­fra mensem.

Ad altare maius gradilia depingi, et imagines Angelorum illustrari pallium auripellatum fieri termino sex mensium et pacem depictam cum speculo decenti hisce nundinis Recaneti comparari, scabellum quam primum aptari.

Altari S. Lucae vacat a die XXV Iulii infra mortem Rectoris, de pictura de gradili, et cruce depictis, de tobaleis, sacro lapide, candelabris ferreis, pallio saltem telae depictae, et scabel­

lo   ligneo novo infra tres menses exornari. Istud altare expediret ecclesiae uniri, quia pau­perrima est.

Ad altare S. Benedicti Rector D. Adrianus, unun ex Rectoribus praefatis ex dispensatione Ordinarii. Traslata fuit ecclesia S. Benedicti diruta, cuius cementa alicui loco pio R. P. eroga­ri arbitrio Ordinarii decrevit, et ibi crucem erigi infra mensem. Pallio auripellato, gradili et haec omnia infra quattuor menses.

Ad altare S. Aegidii iconam in pariete bene aptari, et circum eam ornatus decentes fieri

 

mi in palliotto per l'altare maggiore. La sacrestia sia intonacata e imbiancata entro Vanno. Siano messe le mensole alle finestre e quanto prima si sistemi una tendina di lino. Fra sei mesi si collochi sul leggio un panno almeno di colore rosso.

La chiesa sia intonacata e imbiancata entro due anni, preso atto della grande povertà della stessa, e sia demolito il tabernacolo all'altare di S. Vincenzo e Sebastiano, e alle finestre en­tro sei mesi si collochino tendine di lino.

Sull'altare maggiore si dipingano i gradini e si ripuliscano le figure degli Angeli, si metta

il   palliotto di cuoio dorato entro sei mesi e si acquisti al mercato di Recanati una "pace" dipinta con il vetro davanti; quanto prima si sistemi la predella .

Per la morte del Rettore è vacante l'altare di S. Luca dal 25 luglio: entro tre mesi si prov­veda a dipingere gli scalini e la croce, tovaglie, pietra sacra, candelieri di ferro, palliotto al­meno di tela dipinta e di una nuova predella di legno. È meglio unire questo altare alla chiesa, che è povera.

Rettore dell'altare di S. Benedetto è Don Adriano, uno dei Rettori suddetti per dispensa del Vescovo. La chiesa distrutta di S. Benedetto fu traslata e il rev. Visitatore ha ordinato di destinare le macerie ad un luogo pio, a scelta del Vescovo, e di erigere la croce entro il mese. Fra quattro mesi sia fornito di palliotto di cuoio dorato e scalino.

Si metta una bella immagine sulla parete dell'altare di S. Egidio, ben ornata tutt'intorno.

Entro quattro mesi l'altare sia fornito di scalino e croce dipinti, palliotto di cuoio dorato e predella lignea.

Si faccia una cappella all'altare di S. Antonio, o una nicchia, e si collochi un'immagine decorosa del Santo, togliendo le altre indecenti figure; sia chiusa la finestra di sopra; si provveda di nuovo candelieri di ferro, di una decente mensa di legno, del palliotto almeno di te­la dipinta e di una predella di legno: il tutto entro sei mesi.

Si provveda l'altare di S. Vincenzo e Sebastiano dello scalino e della croce dipinta, si tolga l’impronta lasciata dalle reliquie, si collochino gli oli nell'armadietto esistente, in attesa di costruire il battistero; si chiuda l'arco vicino all'altare e lo si livelli alla parete ed entro due mesi si provveda di candelieri e della predella di legno.

L’altare di S. Maria del Soccorso sia provvisto entro quattro mesi dello scalino e croce dipinti, palliotto di cuoio dorato, candelabri di ferro, pietra sacra più grande, predella di legno e baldacchino almeno di lino.

L’altare della Pietà la si arricchisca di immagini e si dipinga la nicchia, si puliscano le altre pitture esistenti, si faccia entro tre mesi lo scalino e la croce dipinta, le tovaglie, i candelieri, il palliotto e la predella di legno.

Il Rettore è tenuto a celebrare due messe alla settimana all'altare di S. Bartolomeo, ma non vengono celebrate, pertanto il rev. Visitatore ha stabilito fra l'altro l'obbligo della celebrazione, e se non farà ciò sia interamente privato di tale beneficio per due mesi. Una volta ri­stabilita la normalità, si provveda ad ornare di pitture le pareti entro quattro mesi, di pro­curare la croce e scalino dipinto, i candelieri di ferro, le tovaglie nuove, il palliotto di cuoio dorato e la nuova predella di legno.

Entro il tempo di tre anni, data la povertà della chiesa, sia mattonato il pavimento della chiesa inferiore e siano intonacate le pareti e la volta. I proprietari pongano le lastre sulle tombe entro sei mesi, diversamente non si seppelliscano i cadaveri in qquel luogo, ma nel cimitero, sotto pena della sospensione ai Rettori negligenti; si chiudano alcune finestre e le altre siano fornite quanto prima di tendine di lino.

Entro sei mesi l’altare sia decentemente provvisto di quanto è necessario per la celebrazio­ne della messa. Siano rimosse le macerie esistenti nella chiesa.

L'Oratorio della confraternita di S. Giacomo sia intonacato e imbiancato e si mettano ten­de alle finestre entro sei mesi.

L'altare maggiore sia provvisto di una mensa decorosa, scalino e croce dipinta, candelieri di ferro, nuove tele di lino e palliotto e si dipinga il rivestimento ligneo o sia rimosso entro quattro mesi.

L'altare di S. Giacomo sia provvisto nello stesso tempo di candelieri di ferro, tovaglie e predella. Quanto prima si sistemino tetto e pavimento.

L’ospedale sia provvisto in due mesi di un secondo giaciglio, un letto, alcuni pagliericci, due coperte illiriche e una grata di ferro alla finestra.

Per la chiesa rurale di S. Maria degli Ossi si è decretato di munirla di buona chiusura e di osservare quanto stabilito dal Vescovo circa la sua riparazione.

Sia tenuta chiusa anche la chiesa di S. Benedetto e per il resto si osservino i decreti vesco­vili.

Entro due mesi le macerie delle chiese rurali distrutte di S. Pietro, S. Giovanni, S. Maria detta  volgarmente "di fuori", S. Maria "in capite vallis", S. Salvatore, S. Martino, S. Gio­vanni, S. Biagio e S. Lorenzo siano usate per alcuni luoghi pii, a giudizio del Vescovo e da qui a un mese tali macerie siano rimosse dal luogo dai Rettori e i loro titoli siano traslati, se già non lo sono stati, alla chiesa di S. Lucia di questa Terra con i seguenti oneri: S. Pie­tro, S. Giovanni e S. Maria "di fuori" hanno l'obbligo insieme di una sola messa, vista la loro povertà; S. Salvatore, che ha molti introiti, due messe; S. Martino, S. Giovanni e S. Biagio insieme due messe; S. Lorenzo una sola messa in qualsiasi settimana. Il tutto sotto

pena ritenuta giusta dal Vescovo, e le presenti transazioni avvengano entro il termine fis­sato di due mesi, sotto pena riservata al giudizio dell'autorità.

E poiché il Rettore delle dette chiese di S. Martino, S. Giovanni e S. Biagio è don Domeni­co della città di Offida, e non si è potuto esaminare la dispensa per tale cumulo, il rev. Vi­sitatore ha decretato che la terza chiesa era ed è libera e che si può liberamente provvedere ad essa e che il Rettore suddetto è condannato alla restituzione di tutti i proventi della chiesa in questione, tolte le spese sostenute per essa, e i proventi siano devoluti alla Tesore­ria apostolica, dal momento che manca la dovuta dispensa.

Visti poi i libri e la contabilità dei responsabili delle Confraternite del luogo, il rev. Visitato­re ha ordinato che entro dieci giorno tutti i predetti responsabili rendano conto della propria amministrazione non ancora presentata, e di stilare i conti non ancora presentati al Vesco­vo, a norma del decreto del Concilio di Trento, e di trascrivere fedelmente per il futuro le en­trate e le uscite di tali Confraternite, sotto pena ritenuta giusta dal Vescovo. E si impedisce che si facciano i soliti illeciti guadagni con i beni di tali Confraternite, pena la scomunica. Proibì poi alle donne di piangere e strepitare quando accompagnano i morti verso la chie­sa, sotto pena del pagamento di due scudi per ogni contravventore, da devolvere alternati­vamente al sig. Podestà e all'ospedale del luogo, con aggiunta della scomunica.

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