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Le ultime sei composizioni pittoriche (acrilici del 2021) con cui si conclude questo contributo a Sisto Quinto, sono anche un indiretto omaggio a Pericle Fazzini, mio maestro ed ispiratore, e al suo monumento sistino, collocato a Montalto, in cui la silouette del Papa si staglia come sospeso nel cielo piceno, sullo sfondo del paesaggio collinare piceno. Sono ritratti aerei, leggeri, inconsistenti, trasparenti, surreali: sono fatti di aria, acqua, vento e luce stellare.
La esposizione si conclude con alcune raffigurazioni surreali del profilo di Sisto, trasformato in nuvola nel cielo piceno, che aleggia sul Monte dell’Ascensione o in alcuni “notturni” in cui la silouette di Sisto è immaginata come facente parte di una improbabile ma suggestiva costellazione stellare.
Sullo sfondo si intravedono strappate e consunte le rappresentazioni dei monumenti e delle imprese sistine, un velo acquoso copre l’opera, mentre da uno strappo a forma di cuore colano rivoli di sangue.
Sono tre tecniche miste (acrilico e collage, 55 x 55 cm) eseguite a settembre 2021, dopo alcune visite nella Cappella Sistina al monumento sepolcrale di Sisto Quinto nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Costituiscono una meditazione sulla morte (In Piceno natus: hic Sistus stat; hic Sistus dissolvit; Sistus fuit).
Sono tre tecniche miste (acrilico e collage, 55 x 55 cm) eseguite a settembre 2021, dopo alcune visite nella Cappella Sistina al monumento sepolcrale di Sisto Quinto nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Costituiscono una meditazione sulla morte (In Piceno natus: hic Sistus stat; hic Sistus dissolvit; Sistus fuit).
TRITTICO LUGUBRE Meditazione della consunzione
In Piceno natus. Hic Sistus stat
Il profilo di Papa Sisto defunto si staglia contro il monumentale catafalco realizzato dall’architetto Domenico Fontana per il funerale del Pontefice. E’ stata riprodotta un’antica stampa dell’epoca. Nel cielo svolazzano inquietanti stormi di leoncini antropomorfi.
Il collage ripropone il tema della radiografia del cranio sormontata dalla tiara papale, simile ad un lastricato di pietre (Tu es Petrus…) su cui svetta la stella a otto punte e si legge il motto “Servus servorum Dei”. In primo piano il collage rielabora il monumento bronzeo di Loreto, come se fosse una salma distesa nel proprio avello.
Il Papa, ha ultimato tutti i suoi grandi progetti per magnificare ed eternare Roma e il Vaticano, è assiso nella sua sedia gestatoria, solo ed isolato al centro di un campo di grano. Nel cielo fiammeggiante si alzano in volo uno stormo di inquietanti uccelli neri dalla testa di leoncini antropomorfi. Quasi una suggestione dei campi di grano con volo di corvi in stile Van Gogh: sicuramente un presagio della fine imminente.
Trascorsi poco più di vent’anni dalla morte di Michelangelo, il 19 gennaio 1587 Giacomo della Porta assistito da Domenico Fontana, ricevette da papa Sisto Quinto l’incarico di completare la cupola, riuscendo nell’impresa in meno di due anni.
Sono presentate tre terrecotte policrome eseguite nel 1990 e recentemente restaurate. Si tratta delle prime modellazioni in terracotta che segnarono l’inizio della mia attività di scultore. Ricordo con gratitudine e commozione i consigli di modellazione del compianto maestro e amico Giulio De Angelis che all’epoca seguiva il mio lavoro ed orientava le mie scelte. I ritratti, grotteschi e surreali, alternano sentimenti di volitività repressa e di rassegnazione. Il tempo trascorre e la barba muta colore.