Ritratto naturale, politico e virtuoso di Sisto Quinto. - ANNOTAZIONI IN ITALIANO
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1) In seguito, in verità, nessuno ignora che molte cose abbia perdonato allo scherzo, molte cose abbia concesso all’umana debolezza. Che, se qualche volta è sembrato più severo nell’infliggere pene più pesanti di quello che le leggi permettevano, vorrei che di questo tutti siano convinti, poiché coloro che amministravano allora ai processi capitali, oggi attestano che nessun condannato a morte per ordine di Sisto V, non fosse stato giustiziato secondo la legge.
2) Perciò costui, il più grande di tutti i Principi, che in terra occupa un gradino vicino al cielo, caricato di gravissime occupazioni, per il governo del mondo intero, durante quegli anni in cui oziose negligenze sogliono essere tollerate, tuttavia lui impersona non risparmiandosi per età; non distratto dagli affari, non ostentando la sua carica, in estate, in inverno, col freddo, col caldo, nel più ardente periodo estivo e nelle notti tempestose, visita le Sacre Basiliche percorre le Stazioni, partecipa agli uffizi divini, celebra le sacre solennità delle messe, attende a tutte quelle funzioni che a stento possono essere adempite al massimo grado da un privato, da un uomo senza impegni nel fiore stesso della giovine.
3) Gli uomini segnalano la sua grandissima devozione, la ferma fiducia nella potenza divina, che trovate in tal modo non possono provenire se non da un animo fornito di singolare santità. Ciò sommamente desiderava quell’uomo insigne per pietà che, sia che si guardasse la piana sottostante, o dal Quirinale o dal Vaticano o da abitazioni private, sia che si girasse per la città da ogni parte, saltassero agli occhi la sacrosanta memoria della nostra redenzione e le immagini dei fondatori della Sede Apostolica.
4) Scrive ai Prefetti e agli alunni di tutti i seminari cattolici, e specialmente agli istituti orientali nelle indie, ed esorta e richiama verso lo studio della pietà e della religione.
5) Agli uomini dotti ovunque ricercati per promuovere riunioni generali dei Santi Padri e di promulgare i libri ecclesiastici. ..
6) L’uomo magnanimo ha un animo preparato a tutto affinché non si esalti nelle situazioni favorevoli, né si abbatta nelle avversità (Aguir ex Arist, de magnanirn).
7) Come può essere al tempo stesso magnanimo, umile e moderato (Aguir. ubi sup).
8) L’uomo magnanimo si trova nella situazione in cui mostra un animo sublime ed eccelso sia con gli uomini di qualità e di alto grado, quanto con quelli mediocri e più umili.
9) Non è lecito ad un uomo magnanimo di gloriarsi superbamente con uomini importanti e illustri, o di esaltarsi con insolenza.
10) Fra le belve, è solo la clemenza del leone verso i supplici, risparmia i prostrati (Aguir 1.7.e 3. §. 3. n.26).
11) Prima di iniziare rifletti; quando avrai riflettuto opportunamente devi farlo presto (Salustio , ex Agiur de prudentia).
12) Non fare in modo che il sommo pontefice renda conto delle sue azioni a ciascuno fuorché al solo Dio, ma si ritiene giusto che queste cose non vengano ignorate dai cardinali etc…
13) E’ bene discutere, discutere secondo l’utilità e secondo ciò che è necessario, e come e quando. (Arist. de prud).
14) Se avrai abbracciato la prudenza, dovunque ugualmente sarai, e così come si esige la verità delle cose, così ti adatterai alle circostanze.
15) La giustizia è anche fare in modo che in una città non vi sia disuguaglianza o violenza che turbi la pubblica quiete.
16) Che giova a promulgare una legge, se imponente è lecito agire contro di essa ? Perché stabilire una pena contro un misfatto, che infine, quando il fatto accadrà, non sarà pretesa?
17) Limitò la severità delle leggi, ma le superò, spesso le rese più miti.
Traduzione di Alfredo Annibali - Comunanza