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Scritto da Umberto Guerra - Francesco Pistolesi
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A un secolo di distanza, un filo ideale ci collega al Can.co Francesco Pistolesi, lo storico montaltese che fu anche Segretario del Comitato Centrale per il IV Centenario Sistino del 1921.
L'appuntamento della storia con l'anniversario della nascita di Felice Peretti Montalto del 13 dicembre 2021 è ormai prossimo e ci vedrà direttamente impegnati ed emotivamente coinvolti nel vortice di bellezza e munificenza straordinarie generato da Sisto V a Roma, in Italia, in Europa e nel Mondo Felix che avrebbe voluto per l'umanità che soffre; e tutto ciò a lode e gloria del
Massimo Fattor che volle in Lui
Del creator suo spirito
Più vasta orma stampar.
Le preziose indicazioni del Can.co Francesco Pistolesi per le celebrazioni del IV Centenario sono un faro che ancora oggi, con gli opportuni aggiornamenti temporali e tecnologici, può guidare il lavoro di quanti sono impegnati nell'organizzazione dei festeggiamenti per il V Centenario. Un invito a pensare agli ultimi con gesti caritatevoli, ma anche a portare esempi edificanti che perseguano un "più elevato orizzonte".
Con questo spirito giungano gli auguri migliori di buon lavoro a Stefania Cespi, recentemente eletta nel Comitato regionale Marche e a tutte le Sedi di Archeoclub d'Italia coinvolte nelle Celebrazioni Sistine. E ad maiora a tutti con Sisto Nostro e che pozza ij tutte bè, come si dice dalle nostre parti.
LA COMMEMORAZIONE
Facciamo nostre le parole che il Can.co Pistolesi scrisse in occasione del IV Centenario:
Il 13 Dicembre 1921 segna il V Centenario "dalla nascita di quel Grande Pontefice che con la potenza del genio e con la fermezza della mano, nei cinque anni del suo regno, lasciò tale impronta di sé in monumenti morali e materiali, da sopravvivere nell'anima popolare quasi un mito di splendidezza e di forza.
L'amore della Chiesa che ne conserva ancora gelosamente le sapienti riforme ed istituzioni; la gloria del Papato la cui autorità fu per Lui cresciuta moralmente e politicamente; il bene della patria cui Egli tanto benefico, estendendo le sue cure non solo alle Marche e allo Stato Pontificio, ma a tutta l'Italia, alla Francia, e ad altre nazioni Cattoliche; la riconoscenza infine della stessa civiltà da Lui difesa e protetta nel duplice ramo della cultura e dell'economia, tutto consiglia a non lasciar trascorrere nel silenzio la fausta ricorrenza, a richiamare l' attenzione del popolo su questo fulgido Astro che brilla nel cielo della storia tra gl'immortali splendori dei geni e degli eroi.
Dalla memoria viva e dalla migliore conoscenza delle anime forti e superiori che tramandarono ai posteri il proprio nome irradiato da un'aureola di fama e di venerazione, ne deve trarre indubbio beneficio la formazione spirituale della nostra età la quale, naufraga da tempo nella volgare concezione di un dissolvente materialismo, non sa trovar via d'uscita dalle strette egoistiche delle rivalità e dell'odio. La società ha un vero bisogno di grandi esempi per ricondursi sulla storica via di più elevato orizzonte, alle epiche lotte della fede e del valore.
Or dopo le radiose visioni di un Francesco e di un Domenico, di un Alighieri e di un Palestrina, ben venga l’austera figura di un Sisto V a confortare gli spiriti, a ritemprare le energie.
Perché dessa è pur tale che passa la cerchia delle campanilistiche ambizioni: nella lunga scia delle rivendicazioni e delle beneficenze che con insolito ardimento ha saputo segnare in suo cammino, è tutta una storia secolare che si commuove; il suo nome s'illumina ancora a tanta distanza come l'onore della patria terra, del cattolicismo, dell'intera umanità!
È un uomo veramente reggitore, quando i principi sono confusi e l'imperio della legge non fa più governo. È un ricostruttore politico, come ne abbisognano le epoche flaccide e indecise. È un vindice della giustizia conculcata e senza forza. È un erede della maestà romana sotto il duplice ammanto della religione e della civiltà. É, insomma, l'uomo dei tempi, suscitato dalla Provvidenza a scuotere il mondo, a flagellare i superbi, a sublimare le vere virtù, quantunque umili e nascoste.
Ecco perché oggi in Italia, e possiam dire in tutto il mondo civile, le onoranze a Sisto V possono avere un grande utilissimo significato: esse possono rimproverare ai piccoli di testa e di cuore la loro codardia; possono auspicare alle nazioni l'avvento di una prossima ricostruzione morale, economica e politica; possono ricondurre i popoli confusi e smarriti a ritrovare sull’alta rupe del Vaticano la stella della vita, la fonte della fraterna carità, la grandezza delle felici imprese.
Naturalmente, come dei più grandi uomini, anche l’augusta memoria di Sisto V è stata segno d'immensa invidia e d'indomato amore. Non si scuotono impunemente le cime superbe delle torri nemiche. Le lotte tenaci, le riforme radicali, la severa giustizia esercitata da Sisto, gli provocarono invettive e odi implacabili; calunnie e fole si addensarono a offuscarne la magnanimità degl'intenti. E purtroppo, oggi ancora, la verità storica, completamente rivendicata dalla sana critica moderna, rimane circoscritta nella limitata sfera degli studiosi.
Opera di divulgazione, adunque, di luce di verità, che formi, con la glorificazione di quel Grande, una nuova affermazione delle benemerenze del Papato e della Chiesa, ecco il primo compito della nostra Commemorazione centenaria. E sarà opera di questo umile Bollettino: la si farà col giornale e col libro, con la parola e con l'arte, in tutti i modi, in tutti i luoghi che più ricordano delle beneficenze Sistine.
E dopo la verità, la carità.
Sisto V non ha bisogno di monumenti materiali: tanti ne ha lasciati a Roma e nelle cento città d'Italia, che ogni pietra, quasi, ogni marmo parlano di Lui. Ma se Egli nelle sue opere monumentali intendeva consacrare, più che il suo nome, la grandezza e la forza del Sovrano, non trascurava però la carità del Pontefice, pubblica e privata, con una generosità da suo pari.
E cosi dobbiamo operar noi. Piuttosto che plagiare l’odierna monumentomania desideriamo che la nostra Commemorazione culmini in qualche forma morale e altamente umanitaria, che sfidando l’edace dente del tempo, costituisca un monumento aere perennius dell’inesauribile vitalità della Chiesa: la beneficenza.
Sono tante le miserie di spirito e di corpo che affliggono questa povera umanità, tanto il bisogno di sottrarre l' infanzia abbandonata dagli ozi del marciapiede e dagli schiamazzi delle piazze, perché non vada a ingrossare le file della teppa sovvertitrice, che coscienziosamente non possiamo lasciar fuggire alcuna propizia occasione per opporci ai gravi fenomeni lamentati. Onde salutiamo con vero trasporto la presente Commemorazione e ci auguriamo che dessa sia l’auspicata scintilla generatrice di un nuovo incendio di carità da suscitarsi nel mondo cristiano, nel cuore di quanti nutrono ammirazione pel grande Pontefice e zelo per il progresso civile delle nazioni.
Dall'alto dei Cieli lo spirito magnanimo di Sisto V non potrà non sorridere a queste dimostrazioni di pietà che intendono continuare le beneficenze da Lui prodigate agl’infermi, alle vedove, ai giovani, alle zitelle: e nel cuore del popolo risollevato suonerà anche più caro il nome del gran Papa, a gloria del
Massimo Fattor che volle in Lui
Del creator suo spirito
Più vasta orma stampar."
Francesco Pistolesi (1878 - 1936)