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L'INSALATA DI SISTO V - a cura di Willy Pocino

A volte, forse, fu anche eccessivamente severo (lo stesso giorno della sua incoronazione fece impiccare in Castel S. Angelo due giovani di Cori); ma i tempi tristi in cui egli visse giustificano in qualche modo il suo comportamento che i romani però non tollerarono, tanto che alla notizia della sua morte - accolta quasi come una liberazione! - il popolo voleva distruggerne la statua eretta in Campidoglio e per la quale ragione fu poi emanata una legge che proibiva di dedicare statue ai papi viventi.

Durante il suo breve pontificato (5 anni, 4 mesi e 3 giorni) Sisto V riuscì a realizzare importanti opere. Tra l'altro fece innalzare gli obelischi di piazza S. Pietro, di S. Giovanni in Laterano, di piazza del Popolo e del Quirinale; fece realizzare l'acquedotto Felice, la fontana del Mosè, l'edificio della Scala Santa e il grande complesso Lateranense.

Sulla vita e sulle opere di papa Sisto fiorirono molti aneddoti e molte leggende. Poco conosciuto, ma assai simpatico e più vicino alla realtà e alla liberalità del papa marchigiano è l'aneddoto dell'insalata: un'insalata ricchissima di…vitamine miracolose.

Quando Sisto V era ancora un semplice frate - ma già noto per cultura e ingegno -aveva stretto amicizia con un giovane avvocato romano; i loro amichevoli rapporti durarono per lunghi anni, né furono interrotti quando il Peretti venne nominato commissario a Bologna, inquisitore a Venezia e poi cardinale.

Solo allorché divenne papa parve non ricordarsi più dell'amico avvocato, il quale, nel frattempo, a causa di varie vicissitudini familiari che lo avevano ridotto in grande miseria, per il forte dispiacere si era gravemente ammalato. Il caso volle che il medico chiamato per curare il povero avvocato fosse lo stesso medico di papa Sisto. E, come di solito avviene, il malato confidò al dottore oltre ai problemi fisici, anche quelli morali (pene, disgrazie, bisogni…).

Il medico venne allora a conoscenza della grande amicizia un tempo intercorsa tra l'avvocato e il papa. Per cui un giorno, narra lo Zanelli, "recatosi in virtù del proprio officio al palazzo del Vaticano, parlando col pontefice con tanta destrezza seppe condurre il discorso, che si venne a parlare del povero avvocato, e qui, con parole che mai si seppe migliori, il cauto medico ne descrisse la miseria, attribuendo soltanto ad essa la causa vera della malattia…".

Il giorno seguente, incontrando nuovamente il medico, il pontefice entrò subito in argomento: "…Ieri mi avete parlato di quell'avvocato che voi curate da qualche giorno e che mi dite ammalato non poco… Desiderando che torni presto in salute, gli ho mandato un'insalata, e vedrete che lo guarirà.

- Beatissimo Padre - esclamò il medico - un'insalata! Se con essa l'avvocato guarisce, sarà uno dei molti miracoli che ha potuto fare Vostra Santità…".

Il medico uscì meravigliato; e, impaziente e curioso, si avviò verso la casa dell'avvocato che abitava nell'allora piazza Traiana, in prossimità della colonna omonima.

Trovò il paziente allegro e quasi guarito. Incredulo e stupito chiese quindi di vedere l'insalata mandata dal papa. E gli venne presentata una cesta piena di semplice cicoria che non avrebbe in alcun modo potuto giovare alla salute dell'infermo. Ma il medicamento portentoso c'era, eccome! Si trovava in fondo alla cesta e consisteva in un "fagottello" pieno di zecchini d'oro.

Quel metallo prezioso aveva operato la prodigiosa guarigione.

L'episodio rimase proverbiale (anche se mai citato da autori di studi specifici), tanto che quando una persona aveva bisogno di essere aiutata, specialmente con denaro, si soleva ripetere:
"Ci vorrebbe l'insalata di Sisto V!".


In: www.edilazio.com/curiosita/3.html

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