Prospero Peretti*
Sono molte le memorie autentiche che si hanno essere stato Prospero uno de’ Figli di Peretto, ma per non dilungarci, solo riporteremo li nomi, co' quali vien descritto nel pubblico Catastro (sic.) del 1556, che sono: Prosper Pericti Jacobi Antoni Cole habet in contrada etc.
Da tale Partita, e da diversi rincontri presi in Archivio, concernenti contratti di compra, e vendita, di Affitti, ed altro fatti da lui, si rileva, che il suo possedere fosse più che mediocre, anzi per Istrumento rogato dal Notaro Niccola Mazzocchi sotto li 28 Settembre 1550 apparisce, ch’ egli comprò da Felice suo Fratello già Religioso una Possessone in contrada Cincirano (sic.), quale esso Felice assieme con Mariana sua Madre (come di sopra abbiamo accennato) aveva comprata da Santone di Niccola Mignucci, e si osserva, che per la validità del contratto, v'intervennero nella stipulazione dell'Istrumento li Deputati del Convento, che vi prestarono il loro consenso nella seguente forma: Cum consensu P. Venture de Benedictis Guardiani Conventus S. Francisci de Monte Alto, etc. F. Salvatoris Antonii Ricci Fratris dicti Conventus etc.
Si accasò detto Prospero con Girolama di Tullio Mignucci, e ne fu stipulato l'Istrumento Matrimoniale dal detto Notaro Niccola Mazzocchi sotto li 2 Luglio 1559; ma siccome negli anni susseguenti non si trovano di detti Coniugi ulteriori memorie, ne in alcun luogo si fa menzione di prole, bisogna concludere, ch’esso Prospero morisse di fresca età senza successìone.
A cagione dell’ immatura morte di Prospero senza figli cessò la speranza di propagare la Famiglia Ricci per via di agnazione, mentre il di lui fratello Felice era già Religioso, e rispetto a Camilla, poté solamente consevare la successione di sangue cognatizio, come in effetti sortì, accasatasi con Gio: Battista Mignucci di Famìglia Civile di Montalto, e degna di memoria, per essere da essa derivati molti soggetti bravi, e valorosi in guerra, menzionati, fra altri Autori, dallo Scampoli nel fuo discorso Apologetico in difesa della milizia ecclesiastica, di sopra citato, oltre de' quali vi furono altri di ugual coraggio negl’impieghi della Milizia, e per ultimo il Cavaliere Gio: Matteo; che dopo aver militato sotto lo stendardo Pontificio, finì li suoi giorni di fresca età, e con lui rimase estinto il Casato.
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*GALLI 1754, pp. 54, 55.