MONS. PAOLO EMILIO GIOVANNINI PRIMO VESCOVO DI MONTALTO
Questo Prelato, che da principio alla serie dei Vescovi di Montalto, nacque nel vicino borgo di Porchia da Luca e Pomponia Iotti. Fece i suoi pruni studi a Perugia, dove fu per due anni uditore di filosofia e medicina (1548-49) e poi a Macerata dove ottenne la laurea dottorale. In seguito si dette al servigio di varii cardinali in qualità di Segretario — impiego a' quei tempi reputatissimo — e seguì in Francia e in Ispagna il Nunzio Apostolico Sebastiano Gualterio, Vescovo di Viterbo e in Polonia il Card. Commendone.
Era Canonico di Ravenna, e Vicario Generale di Cesena, quando Sisto V «pensò di ritirare nella sua patria un soggetto di tal merito, e volendo premiare con apostolica munificenza le di lui virtù» (Canc. Vesc.) lo nominò primo Vescovo di Montalto il 26 Novembre 1586.
Della sua bontà, dottrina ed esperienza, fa piena testimonianza la seguente lettera del Card. Azzolini, in risposta ad un'altra del Capitolo di Montalto, che aveva ringraziato la S. Sede per la destinazione di questo Prelato a detta Chiesa:
Alli Molto Reverendi Signori, Li Signori Canonici, e Capitolo di Montalto — Molto Reverendi Signori — Siccome Nostro Signore si è mosso ad onorare la Patria sua, e crearla Città, ed ultimamente darle per Vescovo un Prelato di tanto valore, e di tanto merito per la singolar carità sua verso de' suoi, e per desiderio, che con tal beneficio si accresca in loro la divozione, e si eccitino maggiormente gli animi al culto divino, così gli è stato caro il contento, che le S.S. V.V. colla Lettera loro di 29 del passato ne dimostrano, e mi ha imposto, ch'io l'esorti, ch'essendo state prime a ricever le grazie fatte da Sua Santità a quella Chiesa, siano anche colla vita, e coll'esempio loro d'incitamento agli altri nel servizio di Dio, e nell'ubidienza, ed affezione verso il Pastore, che Sua Santità ha loro dato, massime essendo egli non solo della stessa Patria, onde ne hanno d'aspettare governo, ed amore di vero Padre, ma Persona di bontà, di dottrina, ed esperienza molto insigne, e perciò molto accetta a Sua Beatitudine, per salute della quale debbono le S.S. V.V., come fanno, pregare di continuo il Signore Iddio, ed aspettarne sempre maggiori grazie a beneficio, e ornamento della Chiesa, e Città loro ec. Di Roma a li 6 Decembre 1586. Come Fratello amorevole Il Cardinale Azzolini.
L'Ughelli lo chiama uomo dottissimo e celebre per pari bontà.
Nei 20 anni che resse la Diocesi, compì la S. Visita ben cinque volte.
In Montalto pose solennemente la prima pietra dei grandioso Duomo e demolì la Chiesa Parrocchiale di S. Pietro, situata sul Monte, per aggregarla alla Cattedrale. Merita di essere riportato l'analogo decreto che getta una luce decisiva sull'ideato progetto di Sisto V di volere spianare il monte e costruirvi una nuova città:
« P. E. Ioanninus... attento quod SS. in Xto Pater et Dominus noster Sistus PP. V faciat desolare montem et ipsum explanare pro costructione et aedificatione novae Civitatis et novae Ecclesiae Cathedralis ac propterea sit necesse demoliri Ecclesiam S. Petrì in d. Monte existentem, eius ordinaria auctoritate, titulus d. Ecclesiae et cura Animarum d. Parochiae essent extintae, transtulit titulum, exercitium ac curam animarum in Ecclesiam Cathedralem, reservato tamen eius titulo etc.. 7 October 1588 » Canc. Vescovile N. 86.
Estenuato dalle continue applicazioni, morì il 6 Agosto 1606 lasciando gran desiderio di sé in tutta la Diocesi.
Il Civalli attribuisce a lui queste opere ora perdute e che non videro mai la luce. Un trattato De Residentia - Due trattati De Medicina - Delli Beni della Vecchiezza - Tre volumi di Poesie — Come si deve portare un Nepote di Papa con Prencipi, Cardinali Vescovi e Religiosi — Come deve portarsi un Cardinale fatto Papa — De Episcopo Montis Alti ab Exulibus capto. (1) — Segreteria de' Prencipi — Sopra il Governo della Città dello Stato Ecc.tico e specialmente di Ascoli — De summo bono —
Alla Chiesa di Montalto lasciò un paleotto, un piviale, una pianeta e due funicelle di seta violacea. Fu sepolto nella Chiesa di Giovanni e Paolo — detta impropriamente S. Pietro con l'iscrizione:
P. AEMILII IOANNINI PRIMI, EPISCOPI MONTIS ALTI MONUMENTUM MDCVI
Il suo stemma reca in alto una mezzaluna e in basso tre fasce transversali bianche.
Dobbiamo per l'esattezza avvenire che l'iscrizione tombale risultante dal testo del libro è alquanto diversa da quella realmente apposta sul sepolcro del Presule e che noi abbiamo fedelmente riprodotta più sopra.
Riportiamo infine, a conclusione, l'elogio del Vescovo che si legge sul manoscritto ormai lacero di Pier Andrei Galli (fol. 5 verso), che si conserva nell'Archivio Comunale
« Giovannini p.mo Vescovo.
II Primo Vescovo fu Paolo Emlio Giovannini da Porchia. Canonico della Cattedrale di Ravenna, che come ben cognito da Sisto Quinto lo stimò degno, e volle decorarlo di Questa Dignità. Tale elettione fatta da un Padre tanto amoroso verso la sua Patria, è bastante p. dimostrare le doti singolari di detto Soggetto senza se ne facci particolare espressione.
Resse q/sta chiesa p. lo spatio di 21 Anni in circa».
ADA
(1) Mons. Giovannini fu infatti tenuto per qualche tempo prigioniero dai banditi, come rilevasi da un Breve di Clemente VIII, scoperto anni addietro nella Chiesa di S. Lucia in Porchia. In detto Breve, il Sommo Pontefice assolve, fra l'altro, anche di questo delitto, il capo dei banditi, un tal Bradimarte Vagnozzi.
A cura di Agostino De Angelis (ADA), "La Vedetta", 20 ottobre1968