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Il Card. Andrea Mattei - Peretti

albero galli

«Nacque questi [Andrea nda.] in Montalto da Donna Fiora figlia di Placentina nel secondo matrimonio con Domizio di Domenico Mattei, come dall'Albero di Descendenza. Fù egli dotato d'un naturale assai piacevole, d'ingegno perspicace, e soprattutto di ottimi costumi; Tale si fece conoscere alla Corte di Roma, e ne riportò il guiderdone della Sac. Porpora, a cui fù sublimato dalla S. M. di Clemente VIII., a nomina del Cardinal' Alessandro suo Parente per restituzione di Cappello, che detto Pontefice aveva ricevuto da Sisto. La di lui Promozione seguì alli 5. di Gennaio 1596., con aver assunto il Cognome di Peretti, e visse in tal dignità anni trentatre, tutt' impiegati in una singolare esemplarità ed in profondere le sue en­trate in opere caritative, e specialmente in do­tare Zitelle, ed in soccorrere con larghe limosine Conventi de' Mendicanti, ed altri bisognosi. [...] Nel fine della sua vita per Testamento rogato da Domenico Fonzia Noraro dell' A. C. sotto li 3. Agoslo 1629. dispose sovra cinquanta mila scudi a favore de' Poveri, e Luoghi pii, la maggior parte in beneficio di Montalto sua Patria. Lasciò alla Ven. Compagnia del Santissimo Sacramento un Censo di scudi nove mila in sorte, accio co' frutti di essi si maritassero ogn' anno quattro Zitelle con dote di scudi cento, ed una Veste per ciascuna; Al Monastero delle Monache di S. Chiara un Censo di scudi due mila, e cinquecento col peso di ricevere tre Zitelle gratis, e per amor di Dio da nominarsi dalla Comunità. Alla medesima Comunità un Censo di scudi cinque mila coll'obbligo di erogare li frut­ti in compra di tanto grano da distibuirsi per limosina a persone più povere, e più degne della Città; Alla stessa Comunità altro censo di scu­di sei mila, con la prescrizione, che la metà de frutti di essi si pagassero a due Sacerdoti paesani, che celebrassero per la sua Anima una settimana per ciascuno tutto l'anno da elegersi dal Pubblico Conseglio, l'altra metà da impiegarsi in compra di grano da distribuirsi parimente a Poveri; Allo Spedale un Censo di scudi due mila, acciò co' frutti di essi si sovvenissero gl' Infermi, che ivi domandavano ricovero; A Gio: Paolo, e Gio: Francesco Mori da Montalto suoi amorevoli lasciò una grossa Tenuta detta di Contro, che già fù di D. Camilla Peretti da godersi da essi, e da' loro figli maschi, e femmine solamente, mancati li quali passasse in proprietà, ed usufrutto del Capitolo, e Canonici della Catedrale [ come già è succeduro ] coll' obbligo di celebrare ogni giorno, ed in perpetuo due Messe in suffragio della di lui Anima nell' Altare privilegiato; E finalmente lasciò alla Sagrestia del Duomo tutte le sacre Suppellettili, ed Argenti della sua Cappella. Seguita la di lui morte, che accadde in fine di dett' anno 1629. dal Prencipe Michele Peretti istituito Erede universale furono puntualmente consegnati tutti li sopradetti Lega­ti, quali in oggi sono in essere, a riserva di quello di scudi nove mila destinato pel maritaggio di quattro Zitelle, che (come sopra dicemmo) fu riaccensato al Cardinal Francesco Peretti, la di cui eredità passata in Casa Savelli fu riconosciuta incapace di sodisfare detto debito. Ed ecco, che Montalto per la munificenza di questo fuo Concittadino tuttavia ne risente un gran sollievo, mantenendo sempre più viva la memoria verso un tanto Benefattore».

La questione interessante di quanto sopra riportato è che l'autore ricostruisce la figura e le ultime volontà testamentarie del Cardinale Andrea Peretti, attingendo a fonti certe di Montalto, alla documentazione e alle ricerche del vecchio padre Pier Simone Galli (28.10.1626 - 22.04.1712),[2] del quale esiste a Montalto il relativo manoscritto.

Secondo Franco Emidi [3]che ha esaminato a fondo il manoscritto, Andrea Peretti era particolarmente legato alla città di Montalto e lo testimonia l'atto notarile che fa stilare sul letto di morte col quale lascia a Montalto metà del suo patrimonio, assommante a beni per quasi 50.000 scudi. Eccone l'intestazione: Testamento del Sig.re Card.e Andrea Peretti p. rogito del Sig.re Domenico Fonzia Notaro A. C. ". (pp. 93-95v.);"Die tertia Augusti 1629. indictione secunda Pontìficatus Urbani Octavi Anno sexto. In presentia Ill.mus et R.mus D. Andreas S.R.E. Card.lis Perettus Ep.us Tusculanus jacens in lecto infirmus corpore, mente tamen, sensu, loquela, et intcllectu Dei Gratia sanus..." [4] 

Tra le disposizioni testamentarie, per le quali rinviamo sicuramente all'attento studio di Franco Emidi, è interessante notare che  il Cardinale Andrea Peretti «Lascia Erede universale il Sig. Principe Michele Peretti» mentre «All'Abbate Francesco Peretti tutti li suoi quadri con obbligo di darne uno al Abb. Paolo Emilio Silvestri, ed un altro alla S.ra Franca Ciccolini».[5] 

stemma andrea perettiVa segnalato poi che tra i dipinti di Casa Peretti presenti a Montalto vi è anche il ritratto coevo del cardinale Andrea che riportiamo in alto e il suo stemma araldico che figura tra gli affreschi della sala Consiliare e del quale Mauro Valerio Capecci ci fornisce la relativa seguente blasonatura: «Inquartato; nel primo e nel quarto degli Aldobrandini (che è d'azzurro alla banda di rosso, doppiomerlata di 4 pezzi e diminuita, accostata da 3 stelle d'oro per parte), nel secondo e nel terzo dei Peretti (che è d'azzurro, al leone d'oro abbrancante un ramo di pero fruttifero al naturale, alla banda di rosso, caricata nel senso della pezza di una stella d'oro in capo, e di un trimonte all'italiana di verde in punta). Lo scudo accollato dalla croce di malta, ornamenti esteriori di cardinale»...

A proposito di Andrea Peretti, vi è un'altra precisazione da fare ed è quella che ci sollecita il Moroni [6] quando, tracciando la biografia del cardinale Andrea Peretti, ne sottovaluta la formazione letteraria: «Purché non fosse il Baroni uomo di gran lettere, pure con l'illibatezza dei costimi, colla venustà della persona, colle maniere dolci e affabili guadagnossi in brerve l'amore di tutta Roma [...]. Fu il Cardinal Peretti uomo di aspetto leggiadro, di equa statura, ben fatto della persona, nulla di manco casto ed illibato [...]».

È bene precisare che l'educazione e la formazione iniziale di Andrea avvenne presso Casa Peretti, a stretto contatto del cardinale Alessandro Damasceni Peretti-Montalto, Vice Cancelliere di S.R.C..  nelle cui frequentazioni artistiche e letterarie sono annoverati  personaggi come il Tasso e il meglio del mondo artistico e culturale di quel tempo. Ma la formazione vera e propria di Andrea avviene a Bologna. Dal 1592 al 1594 lo ritroviamo infatti alunno sopranumerario a Bologna presso il Collegio Montalto eretto da Sisto V e del quale era Protettore il Cardinale Alessandro Peretti; dal marzo 1593 al maggio del 1594 Andrea ne diventa Rettore. Il 28 aprile 1594 si laurea in Utroque «col massimo onore»; e il 5 giugno 1596 è fatto cardinale da Clemente VIII, su nomina del Cardinal' Alessandro suo Parente, «per restituzione di Cappello, che detto Pontefice aveva ricevuto da Sisto». Alla morte di Alessandro (2 giugno 1623) Andrea diverrà cardinale protettore del Collegio Montalto di Bologna, carica che manterrà sino alla sua morte avvenuta il 3 agosto 1629.[7]

Con tale percorso di studi, non si capisce come si possa dare attendibilità al giudizio del Moroni sulla scarsa formazione letteraria di Andrea! Ma passiamo oltre.

Resta ancora da chiarire - per quanto possibile - la questione anagrafica e genealogica del suo cognome. A maggiore chiarimento, riportiamo per esteso la discendenza di Piacentina redatta da Pietro Andrea Galli.

Fiora-G.V.MecozziSecondo il sopra citato autore e non solo, Fiora ebbe due mariti, il primo Gio. Vagnone Mecozzi sposato il 17 settembre 1559 e dal quale ebbe due figlie: Valeria andata in moglie a Lodovico Todini nobile di Ancona e Mariana che andrà Monaca nel Monastero di S. Giuliano in Fermo.

Alla morte di Vagnone Mecozzi (1571), Fiora, lo stesso anno, [8] si risposa con Domizio di Domenico Mattei dal quale nel 1573 ha un figlio di nome Andrea, il futuro Cardinale.

Non si comprende come mai quasi tutti gli storici che hanno trattato la sua biografia lo citino comunemente attribuendogli il cognome Baroni e non invece come riporta il Galli, Andrea Mattei e cioè figlio di Domizio di Domenico Mattei (nonno).

Fiora-D.MatteiChe abbia sbagliato il nostro autore? Tutto è possibile! È da precisare però che il Galli non s'inventa il cognome Mattei per Andrea, anzi lo trae da un pubblico "Instrumento" stipulato per rogito del notaio Baldassaris Joannini in data 24 Aprile 1574 per la ripartizione delle quote di eredità tra i 3 orfani di Fiora, come «pure quella toccante a Domizio Mattei secondo Marito di Fiora per il lucro dotale», con l'assistenza di Niccolò d'Alesandro di Montalto, Tutor filiorum. In tale atto il padre di Andrea è citato come « ... Domitium Dominici Mattei secundum dicte Flore Virum, ex quo ab ea habuit, et natus fuit unus filius nomine Andreas...».
È da osservare ancora che, nel documento, il padre di Andrea risulta assente, ma è presente per lui il nonno Domenico: «... Domitio predicto absenti, et pro eo Dominico Patri dicti Domitii presenti, acceptanti, et recipienti etc. dictam possessionem olivatam, et arboratam...». Noi ci siamo limitati a segnalare la circostanza!

Dato più certo invece è l'adozione del cognome Peretti, anche se permangono incertezze sulla data effettiva dell'affidamento ai Peretti.  Secondo G. PAPA, [9] Andrea fu "ufficialmente accolto «in familiam de Perettis» nel novembre-dicembre 1589; anche P.A.GALLI [10]  sostiene «...ch'ancor lui ebbe dal Cardinale suo Zio una particolare assistenza, e fatto adulto si portò in Roma, dove fece li suoi progressi, ed alla fine rimase decorato della Sacra Porpora....». La DE CARO [11] invece, lascia ventilare l'ipotesi che il trasferimento a Roma del picccolo Andrea potrebbe essere avvenuto quando era « ancora in fasce dopo la dipartita della madre [1573 nda.] o più tardi, negli anni '80 del 1500, forse dopo la tragedia di Francesco ...», il primogenito di donna Camilla, fatto assassinare da Paolo Giordano Orsini duca di Bracciano, amante della moglie Vittoria.  G. PARESCIANI [12] infine sostiene che Andrea fu « Educato a Roma nella casa del Cardinal Alessandro...Fù infine ammesso nella famiglia Peretti, il 27 novembre 1589, "con privilegio et esenzione" ».

Torniamo a Fiora, la madre di Andrea. Il Galli sembra quasi sorvolare sui motivi che spinsero Donna Fiora alla tragica morte avvenuta proprio in quell'anno 1573. E sì che che ne parla il cugino Felice Cardinal Montalto in una lettera  datata Roma, 13 marzo 1573, inviata al suo parente  Domenico di Silvestro di Montalto.

Egli scrive: « ... La morte di Fiora mi è doluta, ma poiche se l'ha procurata da se stessa, non ho che dirvi...».

Certo è  che l'evento dovette suscitare grande scalpore a Montalto e non poco imbarazzo al futuro Pontefice, se nella conclusione della citata lettera e nell'impartire allo stesso Domenico le disposizioni per la sistemazione degli orfani di Fiora scrive ancora: « ...e accomodati li tempi, voi parimente col detto Gio.Francesco menate l'altra figlia di Fiora quì a Roma, dico la più grande [Valeria nda.], perche se ne stia con mia Sorella; Menatela semplicemente, come l'ho detto a bocca a Nicolò nostro, e non dite per la strada, come molte volte si suole imprudentemente dire, che sia mia Nipote, ed in questo usateci giudizio...».

Dunque il cardinale Felice Peretti non voleva si sapesse "per la strada" che sua cugina Fiora, madre di Valeria, Mariana e Andrea, si era suicidata! Quando? Nel 1573, appena nato Andrea!

Depressione post partum, che si somma alla morte del primo marito Giovanni Vagnone Mecozzi, avvenuta solo pochi mesi prima nel 1571? E i motivi dell'affrettato matrimonio con Domizio di Domenico Mattei, col quale Fiora aveva concepito Andrea - si può dire - sul letto di morte del primo marito?

È sempre difficile indagare i complessi motivi che portarono Donna Fiora ad una simile tragica scelta, ma certo le circostanze del suo secondo matrimonio vi avranno sicuramente contribuito! Proviamo ad indagarle più a fondo esaminando la lettera del 27 marzo 1574 che il Cardinal Montalto scrive da Roma a Messer Giacomo Ottavio da Montalto.

Di fuori —  Al Magnifico mio Carissimo, Messer Giacomo Ottavio da Montalto — Di dentro — Magnifico mio Carissimo  — Sulla vostra lettera delli 10 di questo dico, che mi è piaciuto assai intendere la vostra diligenza nella causa delle figliuole di Vagnone, e che Nicolò [Nicolaus Alexandri de Montalto nda.] ne abbia presa la tutela, e che Domenico de Matteo abbia restituito quello poco, ch'è restato a queste Putte. E perche il giusto vuole, che la robba del Padre sia intieramente di queste Putte, però tutto quello, che era di Vagnone [il primo marito di Fiora, padre di Valeria e Mariana nda.], gli ha da restare senza diminuzione alcuna, quello poi che Fiora ebbe per dote, deve egualmente dividersi tra queste Putte, ed il maschio nato da Domizio; però considerate il caso, e fate, che della dote della Madre il Putto abbia la sua parte, e se il Marito [Domizio nda.] guadagna cosa alcuna della dote secondo li Statuti di Montalto, che se gli dia, et in questo io me ne contento a quello farete Voi, e procurate il tutto legitimamente, perche se lasciaste qualche cosa al Putto, sarebbe anche giusto, che il Padre ne pigliasse la tutela con sicurtà di non pregiudicare a quello se gli lassasse, et in questo credo farete diligenza etc. Di Roma li 27. di Marzo 1574. Vostro amorevole di Cuore. Il Cardinale di Mont'Alto.»;

Le cose però non andarono completamente a segno come auspicato dal Cardinale Montalto. Nel pubblico Instrumento in data 24 Aprile 1574 per rogito del notaio Baldassarre Giovannini, infatti, né il padre del piccolo Andrea,  Domizio, né la famiglia del nonno Domenico Mattei, assunsero la tutela del piccolo Andrea; egli fu invece affidato al citato Tutore Niccolò di Alessandro; e di questa decisione il cardinale Felice Peretti si compiacque! Non solo, ma in un atto così personale ed importante come quello sopra riportato, Domizio, il padre di Andrea, è assente! «..et pro eo Dominico Patri dicti Domitii presenti, acceptanti, et recipienti etc...».

Segnaliamo infine un ultimo e importante documento datato 11 settembre 1631 che riguarda il cardinale Andrea, rinvenuto presso il fondo Sforza-Cesarini dal titolo Inventari delli quadri lasciati dalla Buona memoria del Signor Cardinal Peretti all'Ill.mo Sign. Don Francesco abbate Peretti consignati da detti Heredi. Su questo  documento ha scritto CARLOTTA NELLI alla quale rinviamo per la lettura integrale del suo lavoro. [13]

___________

[1] PIETRO ANDREA GALLI, Notizie intorno alla vera Origine, Patria, e Nascita del Sommo Pontefice Sisto V, con un ragionamento istorico sulla serie della sua vita, Giuseppe Valenti Stamp. Vescovile, Ripatransone 1754, pp.130, 131.

[2] ARCHIVIO STORICO COMUNE MONTALTO, Notizie della Città di Mont'Alto ricercate, e raccolte da Piersimone Galli..., ms, Inv. 1931 n. 37/6; 

[3] FRANCO EMIDI, I dipinti della sala consiliare di Montalto, in: Atti del Convegno di studi. Immagini della Memoria Storica, A. II, Lineagrafica Centobuchi 1997, pp. 406 - 411.

[4] ARCHIVIO STORICO COMUNE MONTALTO, Notizie della Città di Mont'Alto ricercate, e raccolte da Piersimone Galli..., ms, Inv. 1931 n. 37/6, Testamento del Sig.re Card.e Andrea Peretti p. rogito del Sig.re Domenico Fonzia Notaro A. C. ". pp. 93-95v. Il testamento è stilato in Roma, in Regione Burgi, nel Palazzo residenza abituale dell'Ill.mo e Rev. mo Cardinale, alla presenza dei testimoni: Don Benedetto Bongioanne, Canonico nella chiesa di S. Lorenzo in Damaso, l'Abate Paolo Emilio Silvestri di Montalto, Andrea Silvestri, Pasqua del fu Mori Broglia di Montalto, Giovanni del fu Properzio di M.S. Pietrangeli nella diocesi Fermana, Rutilio del fu Salvatore Pallea (?) e Giovan Battista Dinettario del fu Pacino Brixicensis; in: Franco Emidi, op. cit. p. 411 nota 16.

[5] Sono parenti dei Peretti. Infatti Silvestro Silvestri sposa Francesca (Cecchetta) Peretti, zia di Sisto V; dal loro matrimonio nascono Monsignor Paolo Emilio che diverrà Cameriere Segreto di Paolo V, Domenico che sarà Castellano di Ancona e sposerà Polissena Morelli di Montalto, e Pierantonio che sarà Castellano di Ascoli.  Da Domenico e Polissena Morelli nasce Andrea, tesoriere della Provincia della Marca e di Urbino, egli sposerà Ippolita Guarnieri nobile di Osimo e da questi Francesco che si sposerà con Camilla Ciccolini nobile di Macerata. Non si conosce qual'è il grado di parentela tra la S.ra Franca Ciccolini (citata da Pier Simone Galli) e Camilla Ciccolini, moglie di Francesco Silvestri, forse una sorella..., ma di fatto dal Galli apprendiamo che 2 dei quadri della collezione di Andrea vanno ai citati suoi parenti. Cfr. BANDINO GIACOMO ZENOBI, Simbolica e forme del potere in antico regime. Il «Libro d'Oro della Città di Montalto», QuattroVenti, Urbino 1988, p. 117.

[6] GAETANO MORONI, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 1840-1879, XXII, p. 156.

[7] Cfr. GIUSEPPE CAGNI, Il pontificio Collegio « Montalto » in Bologna (1585 - 1797); in Barnabiti Studi, 5/1988, pp. 22, 24, 28, 30, 31, 34, 60, 62-64, 68, 121, 128, 132.

[8] Cfr. GUSTAVO PARISCIANI, Sisto V e la sua Montalto, Editrice - Grafiche Messaggero di S. Antonio, Padova 1986, pp. 106 e ss.

[9] ASV, Segr. Brev., 149, f. 165.; in: GIOVANNI PAPA, Sisto V e la Diocesi di Montalto. Erezione e Consolidamento, Gianni Maroni Editore, Ripatransone 1995, p. 81, n. 7.

[10] PIETRO ANDREA GALLI, Op. Cit. p. 71

[11] ERINA RUSSO DE CARO, Andrea Peretti: un altro Cardinal Montalto, in: AA.VV., Atti del convegno di Studi, Immagini della Memoria Storica, Anno III, Fast Edit, Acquaviva Picena 1998, pp. 111 - 123,

[12] GUSTAVO PARESCIANI, Op. cit., p. 175

[13] Del documento rinvenuto nel fonfo Sforza-Cesarini, scrive CARLOTTA NELLI, Il gusto artistico di un cardinale sconosciuto. L'inventario dei dipinti del cardinale Andrea Peretti [SCARICA QUI].
Alcune considerazioni generali.  1. Gli "Inventari delli quadri" sono redatti a circa due anni dalla morte del Cardinale Andrea, avvenuta probabilmente nella notte del 3 o il 4 agosto 1629; il 5 infatti viene sepolto in Santa Maria Maggiore "à piè di Sisto V", come risulta anche dal nel libro dei morti di S. Maria Maggiore: "5 agosto 1629. Fu portato a seppellire il corpo dell'Ill.mo Cardinal Peretti della Parrocchia di Santo Spirito e fu sepolto nella sepoltura avanti alla Cappella di papa Sisto V dove si seppelliscono tutti quelli della Casa Peretti.  2. essi fanno seguito alle ultime volontà del Cardinale Andrea Peretti espresse sul letto di morte nel Testamento stilato in Roma, in Regione BurgiDie tertia Augusti 1629, nel Palazzo residenza abituale dell'Ill.mo e Rev. mo Cardinale, alla presenza dei testimoni: Don Benedetto Bongioanne, Canonico nella chiesa di S. Lorenzo in Damaso, l'Abate Paolo Emilio Silvestri di Montalto, Andrea Silvestri, Pasqua del fu Mori Broglia di Montalto, Giovanni del fu Properzio di M.S. Pietrangeli nella diocesi Fermana, Rutilio del fu Salvatore Pallea (?) e Giovan Battista Dinettario del fu Pacino Brixicensis; 3. Andrea aveva già disposto in data 3 agosto 1629 il lascito all'Abbate Francesco Peretti di tutti li suoi quadri con obbligo di darne uno all'Abb. Paolo Emilio Silvestri, ed un altro alla S.ra Franca Ciccolini. Come si vede,  si tratta di una volontà ben specifica quella di lasciare la collezione dei suoi quadri a Francesco Peretti, anziché all'Erede universale il Sig. Principe Michele Peretti, che comunque alla sua morte lascerà l'intero patrimonio dei Peretti al figlio Francesco. 3. Il Principe Michele Peretti muore nel 1631 e gli inventari che portano la data dell'11 settembre 1631 sono probabilmente seguenti la sua morte. 

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