CARDINALE FRANCESCO PERETTI
Il 16 dicembre 1641 l'abbate Francesco Peretti fu promosso al cardinalato da Papa Urbano VIII ad istanza del Re di Spagna, verso la di cui Corona fu sempre legato. Erede e possessore di tutti i beni di casa Peretti, potè appieno assecondare la sua liberalità mantenendo una costosissima corte personale che non aveva eguali fra i principi romani e i porporati che lo costrinse a gravarsi di grossi debiti.
Collocò in matrimonio una delle fue sorelle Maria Felice col principe Bernardino Savelli, nella cui famiglia dopo la sua morte confluì l’eredità Peretti con l'obbligo - per fidecommisso - di assumere il casato dei Peretti.
Purtroppo non passò gran tempo che il patrimonio di casa Peretti, benché d’ immenso valore, per via giudiziale, fu totalmente disssipato e venduti feudi, ville, tenute, e tutto ciò che spettava alla casa Peretti, fu letteralmente svenduto per far fronte ai grossi debiti accumulati, alcuni dei quali restarono addirittura scoperti.
A tale tracollo soggiacque purtroppo anche la Compagnia del Santissimo Sacramento di Montalto per la somma di scudi novemila, accensati al cardinale e provenienti da un legato simile lasciato fra gli altri dal Cardinale Andrea Peretti i cui frutti erano destinati per la dote matrimoniale di centosette scudi a quattro zitelle di Montalto.
Il cardinale Francesco Peretti era particolare affezionato a Montalto, come luogo originario della fua Casa.
Secondo lo storico montaltese Pietro Andrea Galli,1 egli era determinato a "compartirgli le fue beneficenze; e a tal fine nell'anno 1648. si mosse da Roma per portarvisi di persona, ma ne fu distolto per essergli nel viaggio giunto ordine del Sommo Pontefice Innocenzo X, allora Regnante, di trasferirsi a Fermo, dove era stato dal popolo furiosamente ammazzato il Visconti, che vi era Governatore, affine di prestare la sua autorevole assistenza, e di sovrintendere in una causa di tanto rilievo, dopo di che avendo dovuto far ritorno in Roma in adempimento del suo incarico, svanì il disegno della venuta in Montalto, e di fargli godere un si grand’onore con gli effetti della sua generosità" .
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P. A. GALLI, op cit., p.138