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Visita apostolica di Mons. Gian Battista Maremonti - Die X Novembris 1573

Indice articoli

Siano restaurati quei calici che sono in sacrestia e che ne hanno bisogno; si faccia entro l’anno una pianeta di seta di colore bianco e si applichi un vasetto di vetro al tabernacolo d’argento che si usa per recare in processione l'Eucaristia. Ci si provveda di un buon turibolo con la sua navicella e alla finestra si mettano delle chiusure, almeno di filo di tela. Le messe siano celebrate secondo il numero d'ordine della tabella ufficiale. Si faccia un velo omerale per recare l'Eucaristia ai malati.

Circa l’altare maggiore si eseguano i decreti già emanati dal Rev.mo Vescovo.

All’altare del Salvatore si tolga la vecchia custodia dell'Eucaristia e si provveda alla ridipintura secondo il decreto vescovile e si acquistino dei candelabri.

L’altare di S. Lucia lo si adatti secondo il decreto vescovile e lo si provveda di candelabri.

All’altare di S. Antonio si faccia il palliotto di tela dipinta e sia ornato.

Si faccia la predella di legno all'altare di S. Maria.

Si attrezzi l’altare di S. Vincenzo secondo il decreto vescovile.

All’altare di S. Maria all'isola, cui è unita la cura delle anime affidata ai Monaci di Force, si adorni la parete di fondo con qualche decorosa pittura, si rimuova il rivestimento ligneo e l’altare sia rivestito interamente del palliotto di cuoio dorato, lo si provveda della pietra sacra o sia ingrandito. Si faccia entro l'anno una pianeta per le feste.

L’altare di S. Nicola si fornisca di candelabri.

Per l’altare di S. Cipriano si provvedano le tovaglie e la pietra sacra; si celebri in esso secondo gli accordi stabiliti, sotto pena della privazione (dei frutti) se si smette di celebrare nell'anno, se no sotto quella pena che paia giusta al Vescovo.

Per la chiesa parrocchiale di S. Giorgio si è preso atto della visita compiuta a nome del Rev. cardinale di Urbino e la si è approvata, con l'ordine di applicarne di decreti da qui fi­no a Pasqua, pena la privazione dei frutti per l'anno prossimo, e nulla è stato aggiunto tranne (l'acquisto) di una pianeta di seta o di ciambellotto e lo spostamento in avanti della pietra sacra dell'altare. Si riadatti il pavimento in alcune sue parti.

chiave s.pietroNella chiesa parrocchiale di S. Pietro, affidata, come si dice, al Priore del monastero di S. Paolo di Force, si dipinga sull'altare l'immagine della Madonna insieme a quelle dei santi Pietro e Paolo, e la si doti di candelabri e di tovaglie.

L'Oratorio di S. Nicolò, retto dalla Confraternita del Sacramento, si abbellisca con pitture anche se la Confraternita ha poche entrate, ma se consideriamo che è stata istituita dal 1566, ha accumulato ogni anno fino ad ora una buona quantità di frumento, ed è opinione di persone oneste che tutti i componenti di tale Confraternita abbiano ricavato e ricavano benefici da tale grano anche oltre il consentito, ma forse con tale lentezza che ha dato l'impressione di un'indebita usurpazione e quindi poco restava per venire incontro ai bisogni dei poveri. Per tale motivo il Vescovo ha diligentemente investigato e obbligato i rettori di tale Confraternita ad esibire i libri del prestito di tale frumento, facendone la giusta stima, provvedendo che sia restituito dai debitori e usato per i poveri, togliendo ogni occasione di abuso. Il libro dei prestiti in questione è formato di 99 fogli, con la copertina di cuoio spes­so ed inizia dal 1559. Nel frattempo è stato ordinato agli attuali Rettori della Confraternita di esigere dai debitori il pagamento dei rispettivi debiti oppure incorreranno in una pena raddoppiata a giudizio del superiore, chiamando, se c'è bisogno, anche la forza pubblica contro i suddetti debitori e a tale requisizione dei debiti non può opporsi alcun ufficiale giudiziario, se non vuole incorrere nella scomunica. Il decreto, poi, dovrà essere rispettato ipso facto anche dai successori se non vogliono incorrere nella stessa pena.

Nello stesso giorno

Il Visitatore è venuto a conoscenza della controversia fra alcuni privati richiedenti del paese e la Comunità o con la maggior parte di essa, a causa della vendita di un mulino già venduto ad un parente dell'illustrissimo e reverendissimo Cardinale di Montalto (Felice Peretti, n.d.t.) per un determinato periodo, che pur non essendo ancora trascorso fu fatta la vendita dello stesso mulino ad un altro da parte della Comunità, per cui il Rettore della Provincia ha condannato gli autori e i consiglieri dell'atto ad una certa pena pecuniaria, che ora pretendono riavere dalla stessa Comunità, in base ad un documento fatto da quella mentre erano in carcere, con l'opposizione e la deplorazione della maggioranza, come si di­ce, e comunque redatto non dalla maggioranza, ma da pochi con preponderanza di parenti, e con l'esclusione degli stessi condannati; non potendo accordarsi le parti avverse, essendo gli uni sostenuti dal favore della Comunità, e adducendo gli altri che, se gli esclusi fossero stati ascoltati sul caso dalla Comunità riunita, diversa sarebbe stata la conclusione, è sem­brato giusto ricordare la questione, sia per l'onore del suddetto illustrissimo e reverendis­simo Cardinale, sia perché da questo caso non ne venga motivo di scandalo, come è facile che avvenga, e affinché si decida cosa sia meglio fare per risolvere il problema.

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